MELBOURNE - Sabato scorso, Dau Akueng, 15 anni, e il suo amico Chol Achiek, 12, sono stati aggrediti e accoltellati da un gruppo di persone mentre tornavano a casa da una fermata dell’autobus. Nonostante i soccorsi, entrambi i ragazzi sono morti sul posto.
L’episodio ha generato paura e indignazione. Leader comunitari e associazioni hanno denunciato un clima ormai insostenibile, al punto che alcune famiglie della diaspora africana stanno scegliendo di mandare i propri figli a studiare all’estero, persino nei Paesi d’origine. Il dottor Berhan Ahmed, direttore di Africause, ha confermato che dall’inizio dell’anno ha aiutato sette famiglie a organizzare il trasferimento dei ragazzi: “L’unica speranza per loro è allontanarli da questo ambiente minaccioso”.
Per molti genitori si tratta di una scelta paradossale: rifugiatisi in Australia per costruire un futuro sicuro, ora percepiscono le strade di Melbourne più pericolose dei luoghi lasciati alle spalle. Alcuni parlano di un senso di abbandono, aggravato da altri episodi simili: solo nell’ultimo mese, la comunità ha pianto la morte di quattro giovani.
La polizia ha escluso legami delle vittime con bande organizzate, ipotizzando piuttosto un regolamento di conti nato da un meme online collegato a un omicidio avvenuto lo scorso anno. Ciò non toglie che il timore di una spirale di violenza sia crescente. Youth worker Chris Lacey ha avvertito che simili episodi possono spingere i giovani a procurarsi armi per autodifesa: “Dobbiamo creare opportunità perché i ragazzi scelgano alternative diverse, non coltelli”.
Il governo statale ha recentemente introdotto il divieto di porto di machete, ma i dati sugli accoltellamenti confermano un fenomeno in aumento. Intanto, i familiari delle vittime chiedono azioni più incisive. “Mio figlio giocava a basket, non era un criminale”, ha dichiarato il padre di Dau, Elbino Akueng.
La premier Jacinta Allan ha espresso cordoglio e promesso sostegno, ma la comunità multiculturale del Victoria chiede soluzioni concrete per riportare sicurezza nei quartieri e impedire che tragedie come quella di Cobblebank si ripetano.