BUENOS AIRES – Dopo la partecipata manifestazione a favore dei pensionati, alla quale la scorsa settimana si erano uniti tifosi di calcio, per accompagnarli e proteggerli dalle violenze della polizia, il governo argentino ha inviato al Congresso il progetto di Legge Antibarras (alludendo, con il termine barras bravas, alle tifoserie più estreme e violente).

“Oggi è arrivata alla Camera dei Deputati, firmata dal presidente Javier Milei, una legge che inquadra e tipifica i reati delle barras bravas, inserendoli in un tipo speciale di associazione a delinquere, un’organizzazione criminale – ha spiegato la ministra della Sicurezza, Patricia Bullrich, in conferenza stampa dalla Casa Rosada, accompagnata dal direttore nazionale per la Sicurezza negli eventi sportivi, Franco Berlín –. Da molto tempo l’Argentina ha bisogno di risolvere un problema di violenza strutturale legato alle barras bravas del calcio”.

Bullrich ha chiarito che l’iniziativa amplia la portata della precedente legge sulla violenza negli spettacoli pubblici, includendo anche i traffici che ruotano attorno alle attività delle barras bravas e che “generano un tipo di finanziamento, spesso avallato dalle dirigenze dei club”.

Per questo, ha sottolineato, nel progetto “vengono puniti anche i dirigenti dei club che forniscono biglietti alle barras, che noleggiano autobus per loro, che permettono queste azioni violente o che facilitano l’ingresso negli stadi di oggetti contundenti o armi”. Inoltre, saranno sanzionati anche gli organizzatori degli eventi sportivi, perché “in molte occasioni abbiamo trovato armi da fuoco, coltelli e altri tipi di armi, passati inosservati ai controlli”.

La ministra ha evidenziato che, sebbene il 2024 sia stato l’anno con il maggior numero di persone a cui è stato vietato l’ingresso negli stadi, con più restrizioni d’accesso e più arresti, “questo non basta”, perché le barras bravas “spesso vengono affittate per denaro, offrono servizi di sicurezza nell’economia informale, si inseriscono in affari come la vendita di magliette, biglietti e in una serie di attività che creano un clima di intimidazione costante”.

Per questo, ha aggiunto, “avendo approvato pochi giorni fa la legge antimafia contro le organizzazioni criminali e il crimine organizzato, possiamo ora agire contro una forma di violenza e un tipo di organizzazione che danneggia gravemente l’Argentina”. Inoltre, “continueremo con il meccanismo di inabilitazione amministrativa per le persone imputate o coinvolte in comportamenti violenti, impedendo loro l’accesso agli stadi”.

Da parte sua, Berlín ha sottolineato che il punto centrale di questa nuova legge è “porre fine alle barras bravas e tipizzarle penalmente come un’organizzazione criminale” – invece di considerarle parte del “folklore” – ed “eliminare definitivamente la violenza nel calcio”.

Cosa ha detto Bullrich sul fotografo Pablo Grillo

La ministra ha affrontato il caso del fotografo Pablo Grillo, ferito da un candelotto di gas lacrimogeno sparato da un agente della Gendarmeria durante le manifestazioni. Bullrich ha espresso la sua “solidarietà” al giovane e alla sua famiglia, ma ha presentato una versione dei fatti in contrasto con le prove audiovisive diffuse.

Ha sostenuto che le ricostruzioni dell’incidente – effettuate da El Mapa de la Policía, una piattaforma che denuncia le violenze delle forze dell’ordine, che ha tracciato la traiettoria del proiettile e identificato il gendarme responsabile – mancano di rigore tecnico: “Il colpo non è stato diretto alla testa, non è vero – ha affermato –. È stato effettuato secondo il protocollo della Gendarmeria nazionale argentina che, a pagina 407, stabilisce che ‘esiste un meccanismo per cui l’operatore deve eseguire il tiro in modo obliquo verso il suolo’”.

La ricostruzione effettuata da un organismo indipendente.

Questa posizione si scontra con le molteplici registrazioni che documentano il momento esatto dell'attacco. Per Bullrich, la difficoltà nel visualizzare i dettagli è stata causata dalla densità del fumo.

“Noi abbiamo avuto molte difficoltà a trovare le immagini perché c'era molto fumo, ma quel colpo non è diretto alla testa – insiste la ministra –. Questo non è vero. Rimbalza, stiamo verificando se una o due volte, poi attraversa un cartello che era caduto a terra e stava bruciando e, purtroppo, quella deviazione ha fatto sì che colpisse la testa. Non sappiamo se sia stato lo stesso candelotto o un frammento di metallo”.

Sui disordini registrati quel giorno – incluso l’incendio di un veicolo della polizia che, in modo sorprendente, era stato abbandonato con le porte aperte – Bullrich ha respinto la teoria della presenza di infiltrati: “Ogni volta che distruggono qualcosa, invece di ammettere che sono i violenti, le barras bravas, i teppisti, quelli che hanno perso il potere, quelli che non hanno più i centri di distribuzione alimentare e sono rimasti senza soldi, quelli che hanno smesso di riscuotere e rubare i sussidi sociali alla gente, quelli che hanno perso quelle enormi somme di denaro, dicono che sono stati gli infiltrati”.

Bullrich, in linea con le dichiarazioni del governo nazionale, ha sostenuto che l’obiettivo della manifestazione a favore dei pensionati fosse destabilizzare il Paese: “Non è stato un tentativo di difendere i diritti, ma di alterare e distruggere l’ordine pubblico conquistato in Argentina per tutto il 2024”.

Inoltre, la ministra ha annunciato che a partire da oggi verrà attivato “un meccanismo, al numero 134, per denunciare i violenti che hanno distrutto tutto. E lì avremo molte più informazioni dalle persone”, riferendosi ai partecipanti alla manifestazione che, secondo Bullrich, hanno causato danni.

La giustizia federale sarà presente alla marcia di mercoledì

Dopo la repressione del 12 marzo, il Tribunale contenzioso amministrativo federale n. 11 ha deciso di monitorare in loco la manifestazione in sostegno ai pensionati prevista per questo mercoledì.

L’iniziativa mira a supervisionare direttamente l’applicazione del Protocollo Antipicchetti stabilito dal governo di Javier Milei e a raccogliere prove rilevanti per sostenere il ricorso di incostituzionalità presentato da diverse organizzazioni, tra cui Amnesty International, il Centro de estudios legales y sociales (Cels) e il sindacato della stampa Sipreba. Il tribunale ha sottolineato, nella sua decisione, che le azioni registrate il 12 marzo “si discostano dai principi repubblicani stabiliti nella Costituzione nazionale e nei trattati internazionali di rango costituzionale che regolano l’ordinamento giuridico argentino”.

Interpellata sulla questione, Bullrich ha risposto di “non avere alcun problema ad accompagnare” il giudice Martín Cormick, responsabile della decisione.

“Speriamo che mercoledì la marcia sia pacifica. Noi faremo tutto il possibile affinché i violenti non arrivino. E speriamo che, come avviene in molti Paesi europei, coloro che hanno precedenti per violenza non possano partecipare a una manifestazione”, ha concluso la ministra.