BRUXELLES Il nuovo governo sarà espresso da una coalizione costituita da sette partiti: liberali, socialisti e verdi (ogni famiglia  di formazioni politiche suddivisa  ulteriormente in fiamminghi e francofoni) oltre ai cristiano-democratici fiamminghi. Manca in questo folto gruppo la destra nazionalista delle Fiandre, che guida la regione ma sarà all’opposizione sul piano nazionale.

Un’ultima sessione negoziale, che è durata per quasi 24 ore, ha permesso di trovare un’intesa sul budget e l’annuncio è stato dato dai due “formatori” che erano stati nominati da Re Filippo.

A guidare la compagine sarà il liberale fiammingo Alexander de Croo, già vicepremier e ministro delle Finanze uscente. “Abbiamo tirato la monetina e ha vinto lui”, ha spiegato scherzando l’altro “formatore”, il leader dei socialisti francofoni Paul Magnette, che sarà vicepremier.

Quella del 44enne De Croo, sposato e con due figli e con alle spalle una carriera da imprenditore, è una carriera politica fulminea, cominciata nel 2009 arrivando dal mondo degli affari e presiedendo subito, fino al 2012, il VLD. Un partito chiave per la politica belga, perché spesso associato a coalizioni senza guidarle. L’ultimo premier arrivato dai suoi ranghi era stato Guy Verhofstadt dal 1999 al 2008.

Sono passati un anno, 4 mesi e 4 giorni dalle elezioni generali del 26 maggio 2019 dopo la caduta del governo federale di Charles Michel, che attualmente ricopre la carica di presidente del Consiglio europeo.Dieci anni fa ci vollero quasi due mesi in più per arrivare al governo del socialista Elio Di Rupo.

Ma se si conta dalle dimissioni di Charles Michel, il 9 dicembre del 2018, allora il record è stato battuto, perché il periodo in cui il Belgio non ha avuto un governo di pieni poteri è stato di 661 giorni. L’ultimo, di minoranza, guidato dall’esponente del movimento riformatore Sophie Wilmès, si occupava solo degli affari correnti ma ha dovuto gestire la crisi seguita al coronavirus.