PERTH - Sono passati tre anni dall’ultima volta che gli assistenti di lingua sono atterrati all’aeroporto di Perth, anche se, durante il periodo della pandemia in cui era ancora impossibile viaggiare, la WAATI - la Western Australian Association for Teachers of Italian - è stata capace di portare il programma in modalità online.

Il programma per gli assistenti linguistici, attivo fin dal 2012, ha portato studenti provenienti da numerosi atenei italiani nelle classi di Perth, per affiancare docenti e alunni nell’insegnamento e apprendimento della lingua italiana. 

Per quest’anno accademico, la coordinatrice del programma WAATI Laura Bava che, con grande passione e competenza coordina gli stagisti, ha voluto, in collaborazione con il Consolato italiano di Perth, sviluppare il programma, offrendo agli stagisti la possibilità di scegliere tra la modalità virtuale e quella in presenza, garantendo di fatto, anche a chi non avrebbe potuto allontanarsi dall’Italia, di partecipare.

“In Western Australia l’anno scolastico si è inaugurato il primo febbraio: in quella data sono stati sei gli stagisti arrivati dall’Italia che hanno cominciato a lavorare come assistenti linguistici WAATI in presenza, mentre altri tre lo hanno fatto online. Questo doppio approccio ha soddisfatto sia gli atenei sia le scuole locali perché ha permesso a un numero maggiore di stagisti e di scuole di essere coinvolti nel programma”, commenta Bava.

Entusiasti i commenti degli studenti universitari italiani che hanno potuto vivere un’esperienza unica sia dal punto di vista lavorativo sia da quello personale.

Michela Cirillo, che partecipa al programma in presenza, racconta di questi mesi nell’emisfero australe: “È difficile descrivere un’esperienza così, in qualche riga. È stata la mia prima volta da sola all’estero e mai avrei pensato di trovare casa a 14mila chilometri da casa”. 

“Non mentirò dicendo che è stato tutto facile sin da subito e che non ci sono stati scogli da superare, ma forse è anche questo che rende quest’esperienza così speciale: la possibilità che ti dà di scoprire te stessa, di superare certi limiti e di tornare a casa con qualcosa in più. Insegnare italiano in una scuola mi ha fatto capire quanto ami la mia lingua e la mia cultura, mettendomi in una prospettiva, quella di chi sta dall’altra parte della cattedra, che prima d’ora non avevo mai assunto e che mi ha insegnato quanta pazienza e dedizione ci voglia, e quanto sia soddisfacente alla fine. Ho avuto la fortuna di trovare delle persone, dalla famiglia ospitante agli insegnanti del Trinity College - prof. Knapman e prof. Rosso - che mi hanno fatta sentire accolta sin dal primissimo momento, che non hanno mai imposto le loro abitudini e hanno fatto di tutto, riuscendoci, per farmi sentire al posto giusto”. 

“È un’esperienza che consiglio a tutti. Non abbiate paura di lasciare le vostre abitudini per un po’, di catapultarvi dall’altra parte del mondo. Vi assicuro che ne vale la pena e che, comunque andrà, tornerete con qualcosa in più in valigia, oltre ai souvenir a forma di koala”.

Anche Margherita Galvani sta svolgendo il suo stage in una delle scuole:

“Ho fatto il mio stage al Mercedes College, una scuola cattolica femminile. Le ho adorate tutte e in questi due mesi non solo ho avuto occasione di insegnare loro quello che sapevo della lingua e della cultura italiana, ma ho anche appreso quella che è l’idea che gli altri hanno dell’Italia e dei suoi cittadini. Può sembrare una sciocchezza, ma in realtà mi ha fatto aprire gli occhi su tanti aspetti che prima non consideravo, o a cui non pensavo nemmeno. Inoltre, l’ambiente in cui sono stata è accogliente, piacevole e aperto all'ascolto e al confronto. Spesso ci si scambiava idee e consigli per capire cosa si potesse migliorare e cosa, invece, fosse meglio cambiare”.

Alla loro voce si aggiunge quella di Greta Milioto, una studentessa italiana che ha partecipato a distanza al programma WAATI:

“Lavorare al Servite College affiancando i docenti di lingua italiana in modalità virtuale è stata un’esperienza di grande valore, che non esiterei a ripetere. Due mesi sono trascorsi in un batter d’occhio e la continua gratificazione per il lavoro svolto, insieme all’apprezzamento per le risorse didattiche create, ha contribuito ad accrescere giorno dopo giorno la voglia di fare sempre meglio e di spendermi un po’ di più. Ringrazio i docenti con i quali ho collaborato - prof. Nadia Tati e prof. Joseph Millimaci - per la loro fiducia e capacità di farmi sentire una parte importante del gruppo. Ringrazio anche tutti gli studenti e le studentesse di Servite College per aver trascorso insieme a me parte dei loro pomeriggi e, mentre imparavano, mi hanno insegnato qualcosa di loro”.

Laura Bava sottolinea come gli assistenti WAATI ricoprano un ruolo importante nelle scuole, perché contribuiscono ad aiutare i ragazzi delle scuole australiane a imparare la lingua, a confrontarsi e a stimolarli portando in classe un italiano giovane e attuale.

Intanto, fervono i preparativi per accogliere nel secondo trimestre altri sei assistenti in arrivo dall’Italia, insieme a quattro colleghi che hanno scelto di partecipare online.