HOBART - Doppio spiaggiamento di cetacei in Tasmania. Quattordici giovani capodogli sono stati trovati morti su una spiaggia nell’area di King Island, un luogo già noto per stragi di massa di balene con un record di 380 esemplari individuati nel 2020.
Le carcasse sono state scoperte dalla gente del posto e segnalate alle autorità. Biologi e veterinari stanno indagando sulle possibili causea.  

Nel frattempo, surfisti e nuotatori sono stati avvertiti di evitare la zona, nel caso in cui le carcasse di balene attirassero squali nelle acque vicine.

Secondo il dottor Olaf Meynecke, biologo marino della Griffith University, interpellato dalla AAP, è alquanto insolito che i capodogli si spingano fino a riva: “Erano malati oppure sono stati colpiti da qualche evento. Sappiamo che è prevista una massiccia attività sismica nell’intera area per l’esplorazione di gas e petrolio, ma non sono sicuro che ci sia stata. Possono anche verificarsi cambiamenti geomagnetici naturali che potrebbero avere un qualche impatto su questi animali”.

Altre ipotesi da analizzare, inoltre, sono legate all’innalzamento delle temperature che potrebbero modificare le correnti oceaniche e spostare le tradizionali fonti di cibo delle balene, secondo la valutazione del biologo. “È possibile che si spostino in aree diverse per cercare diverse fonti di cibo - ha detto il dottor Meynecke -. Quando lo fanno, non si trovano nelle migliori condizioni fisiche perché sanno che potrebbero morire di fame, e questo può portarli a correre più rischi e forse ad avvicinarsi alla riva”.

Dopo il primo evento, il giorno successivo si è verificato un altro spiaggiamento di massa di cetacei, questa volta a sud di Strahan, nei pressi della baia di Macquarie.

La stessa area è stata teatro di un drammatico evento appena due anni fa, quando ben 470 cetacei, globicefali, noti come balene pilota, vennero ritrovati spiaggiati su banchi di sabbia in quello che è stato il più grande spiaggiamento di massa di cetacei mai registrato in Australia.

Episodio drammatico ma che non ha meravigliato ricercatori ed esperti come il dottor Meynecke. I globicefali, infatti, migrano in numeri molto considerevoli e se una balena va verso la spiaggia, le altre tendono a seguirla: “Non perché sono stupidi, ma per la connessione emotiva con gli altri”, ha precisato lo studioso.

I capodogli sono classificati nella Lista rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) come specie “in pericolo”. Il loro numero ha subito, negli anni, un forte calo a causa della caccia indiscriminata, oggi praticata solo in alcuni Paesi come Giappone e Indonesia. Le principali minacce sono costituite dall’impigliamento in attrezzi da pesca derivanti come le spadare (reti molto alte e lunghe alcuni chilometri, impiegate per la cattura del pescespada), e dalla collisione con le navi.

Inoltre, nei tessuti di alcuni esemplari spiaggiati è stato riscontrato un elevato livello di agenti contaminanti, mentre negli stomaci sono spesso rinvenuti teli e buste di plastica.

È purtroppo raro che questi animali sopravvivano a episodi di spiaggiamento. Proprio in questi giorni un rarissimo salvataggio di una balenottera arenata è avvenuto su una spiaggia di Ploéven, nel nord-ovest della Francia. Come annunciato dalla prefettura del Finistère, infatti, in 24 ore l’animale è riuscito a tornare in mare “approfittando del bacino e del canale” scavati nella sabbia dai Vigili del fuoco e dai volontari di Sea Shepherd accorsi sul posto.