MILANO - Le conversazioni intercettate di Nunzio Samuele Calamucci, tecnico informatico e braccio destro dell'ex super poliziotto Carmine Gallo, offrono uno spaccato delle relazioni della presunta rete di spie con il mondo dell'intelligence, al centro delle indagini della Dda di Milano e della Dna. 

“Noi abbiamo la fortuna di avere clienti top in Italia... contatti tra i servizi deviati e i servizi segreti seri ce li abbiamo, di quelli lì ti puoi fidare un po' di meno, però, li sentiamo” afferma Calamucci 

Sia lui che Gallo sono attualmente ai domiciliari, con l’accusa di gestire l'attività di dossieraggio che ruotava attorno a Equalize, la società nella cui sede ci sarebbe stato anche un incontro tra le presunte spie e non meglio identificati “funzionari di Palazzo Chigi”. 

I due, secondo gli atti, affermavano che potevano contare su contatti di un certo peso, reali o millantati, anche tra le istituzioni e la politica.   

Dagli accertamenti svolti, ci sarebbero stati incontri con frange dell'intelligence israeliana ed estera, ma anche italiana. Un tema sul quale sono ancora in corso accertamenti di altri apparati. 

Come è stato scritto in modo esplicito in una richiesta di proroga delle intercettazioni del settembre di due anni fa, presso gli uffici della Equalize si erano “recati funzionari della Presidenza del Consiglio dei ministri le cui conversazioni non sono state oggetto di sunto e trascrizione”.  

Ma in ogni caso, sempre nello stesso documento, si sottolinea che “tale evidenza dimostra l'entratura dei soggetti con i quali ci si sta approcciando e la ragnatela di conoscenze e contatti di cui dispongono, e allo stesso tempo si è accertato che non hanno alcun ruolo organico in apparati di sicurezza”. 

Come si legge nelle carte, Gallo sarebbe stato dotato di un “cripto-fonino” con tecnologia israeliana per il ruolo in passato da lui rivestito in polizia, e avrebbe avuto incontri “di primo livello”, con alti funzionari e magistrati presso importanti studi di avvocati, dal capo dello Sco Francesco Messina, al prefetto Luigi Savina già vicecapo vicario della Polizia, entrambi ignari di tutto e non indagati.  

Dalle conversazioni intercettate, non è solo l'ex super poliziotto a parlare di una sua possibile militanza passata nei servizi d'intelligence “in via del Tritone”, ma pure Calamucci, che ha lasciato intendere “un proprio ruolo nelle attività di intelligence per lo Stato ed anche la protezione” dell'ex sottosegretario alla Difesa M5S, Angelo Tofalo.