GENOVA – Si è autosospeso da Fratelli d’Italia l’ex assessore alla Sicurezza del Comune di Genova, Sergio Gambino, coinvolto in un’indagine della Procura per corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio. L’indagine tocca anche il comandante della polizia locale Gianluca Giurato, ed è legata a presunti tentativi di screditare Silvia Salis, oggi sindaca della città e all’epoca candidata del campo progressista. 

Secondo gli inquirenti, durante la scorsa campagna elettorale sarebbe stato prodotto e diffuso un dossier contro Salis nel quale figurava anche un verbale di incidente stradale risalente al 2024, utilizzato come arma mediatica. 

“Pur certo della correttezza del mio operato, ho deciso di autosospendermi da Fratelli d’Italia per rispetto verso le persone e i valori del partito. Continuerò invece a svolgere il mio ruolo di consigliere comunale nel segno della trasparenza”, si legge in una nota diffusa dal suo legale. 

L’inchiesta si estende anche all’assessorato alle Politiche sociali. Secondo le accuse, l’ex assessore avrebbe favorito quattro imprenditori nella gestione di pratiche amministrative. Tra questi figura Luciano Alessi, che avrebbe ottenuto appalti per la gestione dei minori stranieri non accompagnati per un valore di 1,6 milioni di euro tramite affidamenti diretti. In cambio, avrebbe versato circa 100mila euro alla Dentaland, società riconducibile alla moglie di Gambino. 

Nel fascicolo figurano anche presunti benefici personali ricevuti dall’ex assessore, tra cui biglietti in tribuna vip per Genoa-Inter del 17 agosto 2024, nella skybox dello stadio. 

“Non risulta, a oggi, alcuna contestazione riguardante un presunto dossier contro Salis e il mio assistito è certo di poter chiarire ogni punto all’autorità giudiziaria”, puntualizza l’avvocata Rachele Selvaggia De Stefanis. 

Gambino ha partecipato comunque alla prima seduta del Consiglio comunale sotto la guida della sindaca Salis, che ha esordito chiedendo “trasparenza e integrità istituzionale”, sottolineando come la città abbia scelto di “voltare pagina” anche per restituire “credibilità e fiducia all’azione amministrativa”. 

Parallelamente, un’altra indagine coinvolge quindici agenti del reparto Sicurezza urbana della polizia locale. In una chat denominata “Quei bravi ragazzi”, gli agenti avrebbero ammesso di aver commesso reati e sono accusati di uso eccessivo della forza, minacce e comportamenti offensivi verso soggetti fragili e marginalizzati.