BRUXELLES - Su quale delle due strade prendere per prima con l’obbiettivo di rafforzare l’Unione europea, tra trovare le risorse o decidere cosa farne, sembrano dividersi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e l’ex presidente della Bce ed ex premier Mario Draghi. 

Quest’ultimo, incaricato di redigere un rapporto sulle ricette per rafforzare la competitività Ue, tema del summit ungherese, sembra avere pochi dubbi. Parlando della possibilità per l’Italia di riuscire a coniugare l’aumento della spesa per la difesa al 2% del Pil con il rispetto del Patto di stabilità, Draghi ha detto che “è possibile, bisognerà prendere tutta una serie di decisioni” ma in un certo senso “è inutile dire se è possibile sì o no, oggi bisogna decidere cosa fare perché questa è la nuova situazione, i soldi poi si trovano”. Quindi, parafrasando l’ex numero uno Bce, prima bisogna decidere cosa fare, poi si troveranno le risorse. 

Concetto ribadito rispondendo a una domanda sulla necessità di fare debito comune europeo, un investimento considerato “indispensabile, ma non è la prima cosa. Quello che il rapporto sulla competitività da me redatto dice è che ci sono moltissime altre decisioni che si possono prendere senza affrontare immediatamente il problema del finanziamento pubblico comune”. 

In ogni caso, secondo l’ex governatore di Bankitalia, con l’avvento della presidenza Trump negli Stati Uniti “ci sono grandi cambiamenti in vista” nelle relazioni con l'Ue, “e credo che una cosa che l’Europa non può più fare è posporre le decisioni. Come avete visto in questi anni si sono posposte tante decisioni importanti perché aspettavamo il consenso, ma poi il consenso non è venuto e abbiamo avuto solo uno sviluppo più basso, una crescita minore, e oggi una stagnazione”.  

Per la presidente del Consiglio Meloni, invece, bisogna prima individuare le risorse perché “si sa già cosa bisognerebbe fare. Sono convinta che l’Europa e l’Italia debbano investire di più nella propria indipendenza, nella propria autonomia e quindi investire di più, ad esempio, nel settore della difesa”, ha detto arrivando al vertice.  

Chiaramente servono gli strumenti per poterlo fare, questo è un grande dibattito che per la premier “riguarda il Patto di stabilità che l’Italia ha posto. Nel nuovo patto di stabilità ci sono delle aperture, ma secondo me va fatto molto di più e quindi penso che questo sia un altro di quei dibattiti che bisognerà prima o poi riaprire perché al di là della volontà c’è poi quello che si può fare e le risorse vanno pur individuate in qualche modo”, ha sottolineato. 

Nella visione della premier, nel futuro dell’Europa “ci sono molte sfide” ma “più o meno sappiamo cosa dobbiamo fare. La domanda è se vogliamo dare gli strumenti agli Stati membri” per poterle affrontare “e la questione delle risorse è la questione che va affrontata. Questo è il vero dibattito, non so se stamani si arriverà a soluzioni concrete, ma è l’elemento centrale su cui intendo concentrarmi”, ha concluso.