BELGRADO – Almeno otto persone sono state uccise e altre 13 ferite in una sparatoria nella cittadina rurale di Dubona, vicino a Mladenovac in Serbia, la seconda avvenuta nel Paese balcanico nel giro di poche ore.
L’aggressore, un 21enne, ha sparato a un gruppo di persone con un’arma automatica ed è fuggito innescando una colossale caccia all’uomo in cui sono state impegnate tutte le unità speciali di Polizia, compresa un’unità antiterrorismo, un’unità di elicotteri e le forze di Polizia delle città di Belgrado e Smederevo.
Il ragazzo di 14 anni. Kosta K., che poche ore prima aveva fatto irruzione in una scuola primaria di Belgrado uccidendo nove persone e ferendone altre sette ha detto alla polizia di ritenersi “uno psicopatico che ha bisogno di calmarsi”. Lo ha riferito il capo della Polizia della capitale serba Veselin Milic, alludendo ad alcune dichiarazioni fatte ieri dall’autore della strage nel corso dell’interrogatorio, al termine del quale Kosta K. è stato condotto in una istituzione sanitaria per la cura di minorenni.
Milic, in dichiarazioni alla Tv pubblica serba Rts, ha confermato che è stato lo stesso ragazzo a chiamare la polizia informandola di quello che aveva compiuto nella scuola “Vladislav Ribnikar” del quartiere centrale di Vracar, dove, sparando con una pistola di suo padre, ha ucciso otto allievi e una guardia giurata, ferendo altri sei alunni e un’insegnante.
“Ha detto di essere stato preso dalla paura, dal panico e da una strana respirazione nel compiere tale crimine, e che gli era sembrato corretto chiamare la polizia”, ha riferito Milic. Il capo della Polizia ha aggiunto che il ragazzo, “nel colloquio in presenza di rappresentanti del Centro per i servizi sociali, ha detto di essere stato ignorato da parte della società, ed emarginato nelle comunicazioni e nei giochi durante le vacanze o gite turistiche”.
La strage di Belgrado ha riacceso polemiche e dibattiti sull’intensificarsi di episodi di violenza e intolleranza nelle scuole in Serbia, legati anche alla crescente circolazione di sostanze stupefacenti e molestie sessuali.
Il ragazzo, secondo il capo della Polizia della Capitale, Veselin Milic, aveva pianificato il suo gesto da almeno un mese. Il governo serbo ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, dal 5 al 7 maggio, in memoria delle nove vittime della strage di Belgrado. Ne ha dato notizia il ministro dell’Istruzione, Branko Ruzic, nel corso di una conferenza stampa.
La polizia serba ha arrestato il padre del ragazzo che ha aperto il fuoco. L’adolescente conosceva il codice della cassetta di sicurezza in cui il genitore metteva le armi. Milić ha spiegato alla Cnn che il ragazzo aveva in una borsa una pistola da 9mm, un’altra di piccolo calibro e una bottiglia Molotov. Sembrerebbe che il padre fosse solito portare il figlio al poligono di tiro.
Kosta K., secondo la legge serba, non è penalmente responsabile poiché non ha ancora compiuto 14 anni. Lo ha detto l’avvocato Aleksandar Cvejic, citato dall’agenzia Tanjug.