Tutti i social di Zuckerberg: Facebook, Instagram, Messanger, WhatsApp sono rimasti al buio.

Un incidente di portata tale che, stando ad alcune voci, avrebbe coinvolto anche i codici elettronici delle chiavi magnetiche dei dipendenti del colosso tech, che si sono trovati impossibilitati ad accedere fisicamente al loro posto di lavoro o ai loro software.

Si ritiene che il blackout abbia causato la caduta del prezzo delle azioni della società per un valore stimato attorno ai 9,6 miliardi di dollari Usa.

Non essendo in condizione di utilizzare i propri server, i vertici di Facebook hanno chiesto ospitalità alla piattaforma rivale Twitter, per poter spiegare ai loro gli utenti cosa stesse succedendo e per porgere le loro scuse.

Non è stato ancora stabilito con chiarezza cosa possa aver causato la massiccia interruzione del servizio, l’ipotesi dell’errore umano appare la più probabile.

Quel che è stato appurato è che pochi istanti prima del blackout, Facebook ha smesso di indicare i percorsi ai suoi indirizzi DNS (Domain Name System). Questi indirizzi traducono quel che l’utente scrive nel browser, trasformandolo in un IP (Internet Protocol address).

Per ottenere un indirizzo IP è necessario disporre di un sistema di navigazione chiamato BGP (Border Gateway Protocol).

Poco prima dell’interruzione, Facebook aveva aggiornato le sue tabelle di routing BGP, con l’effetto imprevisto di cancellare i percorsi necessari per raggiungere gli indirizzi IP di Facebook, in pratica i server non sapevano più dove inviare le richieste per accedere a Facebook.

Downdetector, che tiene traccia delle interruzioni su internet, ha reso noto che sono stati segnalati circa 10,6 milioni di problemi in tutto il mondo, il numero più alto mai registrato.

Perdere l’accesso ai servizi di Facebook per i più è stato solo un irritante contrattempo. Per alcune piccole imprese nei paesi in via di sviluppo, prive di altri sistemi per comunicare con i clienti, l’inconveniente ha comportato problemi seri.

Tra l’altro, quale coincidenza, il blackout è occorso poco dopo che il programma 60 minutes aveva finito di trasmettere negli Stati Uniti un’intervista ad una dipendente di Facebook, che aveva deciso di rivelare come i vertici della società fossero a conoscenza del fatto che le piattaforme venissero utilizzate per diffondere informazioni polarizzanti, messaggi di odio e disinformazione, e che aveva cercato di tenere nascosta la situazione.

Mark Zuckerberg, fondatore e maggiore azionista di Facebook, si è scusato ufficialmente con gli utenti: “Chiedo scusa per l’interruzione, sappiamo quante persone fanno affidamento sui nostri servizi per restare connesse”.