Questi sono solo alcuni dei problemi causati dalla pandemia di Covid-19 che sta mettendo a dura prova le vite delle donne migranti in Australia. Tra questi, anche la questione di avere accesso a informazioni e servizi nelle loro lingue natie.
La recente impennata di contagi nelle case popolari di Flemington e North Melbourne ha accentuato ancor di più il problema: seppure siano state sviluppate risorse multilingue, queste ultime non sono state diffuse adeguatamente.
Nelle ultime settimane, il Multicultural Centre for Women’s Health ha collaborato con il Department of Health and Human Services per raggiungere telefonicamente 1337 case popolari di Melbourne: un team di educatori sanitari ha diffuso precise informazioni in 19 lingue differenti.
La direttrice ed educatrice sanitaria, Amira Rahmanovic, ha dichiarato che la mancanza di informazioni multilingue ha significato una perdita di messaggi cruciali da parte del governo per molti immigrati, ad esempio sul dove è possibile effettuare il test e la possibilità di fare il test a casa propria.
Il risultato delle telefonate ha visto l’83% di chi ha risposto concordare con l’importanza di effettuare un test per il Covid-19 e ha deciso di effettuarlo:
“Questi risultati ci mostrano quanto sia essenziale un supporto e la documentazione tradotta in diverse lingue per comunicare al meglio le norme di comportamento e le condotte da tenere”, ha dichiarato Adele Murdolo, amministratrice delegata del Multicultural Centre for Women’s Health.