Dopo aver visto “Twin Peaks” è quasi impossibile, per lo spettatore, riuscire a separare la musica dalle visioni, dai volti, dalle immagini a cui era collegata. Questo, è uno dei pregi maggiori dell’opera. È allo stesso modo impossibile, infatti, pensare le scene filmate da David Lynch senza il marchio inconfondibile delle intense musiche del compositore italoamericano Angelo Badalamenti, morto a 85 anni. 
Newyorkese di origini italiane, la sua collaborazione con Lynch iniziò nel 1986 con “Velluto blu”, continuò nel 1990 con “Cuore selvaggio” e, appunto, “Twin Peaks”, proseguendo nel 1992 con “Fuoco cammina con me”, nel 1997 con “Strade perdute”, nel 1999 con “Una storia vera”, nel 2001 con “Mulholland Drive” e nel 2002 con “Rabbits”.
La musica di “Twin Peaks” ha fatto conoscere il genio di Badalamenti, insignito del Grammy Award per la migliore performance strumentale pop, in tutto il mondo. Attraverso le sue composizioni il tema musicale così originale e perfettamente calzante, identifica in  tutto lo stile e la stessa atmosfera della serie tv. 
Opera dalla magistrale tensione, capace di esplorare quelle zone di confine dove le logiche del mondo ordinario si diradano verso la notte; sospesa tra noir, ambient, cool jazz ed echi western, la colonna sonora nella sua tenebrosità e oscurità riesce a narrare perfettamente tutti gli enigmi dell’opera di Lynch. 
I brani scritti da Badalamenti hanno il potere di risplendere di luce propria, non è necessario esser appassionati di “Twin Peaks” per ascoltare e comprendere queste canzoni. Badalamenti è riuscito a costruire musiche in grado di andare oltre il semplice scopo di accompagnare la visione. A lui va questo merito che quasi mai si può attribuire ai compositori di colonne sonore.