ROMA - E’ morto Virginio Rognoni, uno dei politici italiani più conosciuti della seconda metà del Novecento. Rognoni, che aveva compiuto 98 anni lo scorso 5 agosto, si è spento nel sonno. Docente alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pavia, è stato un personaggio di primo piano della Democrazia cristiana. Fu ministro dell’Interno negli anni di piombo (dal 1978 al 1983) e, successivamente, titolare del dicastero della Giustizia e della Difesa.
Dopo quest’ultimo incarico seguirono gli anni della fine del sistema dei partiti usciti dal dopoguerra, crisi scatenata dalle inchieste di Mani pulite e dal processo per mafia a Giulio Andreotti. Rognoni subì gli effetti della rivoluzione politica degli anni ‘90 e, dopo l’ultima rielezione alla Camera nel 1992, terminò la sua esperienza parlamentare. Dopo la fine dell’esperienza della Dc, aveva aderito prima al Partito Popolare e poi al Partito democratico. E’ stato vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura dal 2002 al 2006. È stato sposato per 57 anni con Giancarla Landriscina, morta nel 2016 a 80 anni. Insieme hanno avuto quattro figli.
“Apprendo la notizia della scomparsa di Virginio Rognoni, protagonista sempre in positivo di tante stagioni importanti della vita istituzionale del nostro Paese. Un grande amico e un punto di riferimento. Un abbraccio affettuoso alla sua famiglia” ha scritto su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta.