PARIGI - “È pronto un piano di evacuazione, che in realtà abbiamo fin dall’inizio, sia per i cittadini italiani residenti lì sia per i militari. Adesso non è stato deciso nulla”, è quanto detto del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della riunione del Quintetto a Parigi con Usa, Francia, Regno Unito e Germania.  

Per il titolare della Farnesina, al momento, sul Libano il nodo è un altro: “Uno dei percorsi da seguire è quello di favorire l’elezione del Presidente della Repubblica del Libano, il Presidente della Banca Centrale. Sono passi importanti per stabilizzare, ma anche per permettere a Hezbollah di dire ‘c’è un nuovo Presidente e allora possiamo anche dialogare’”. 

Parlando del vertice in formato Quint, Tajani ha detto che “è stata una riunione molto proficua, che ha permesso di individuare una strategia complessiva sulle grandi crisi internazionali. C’è grande preoccupazione per il peggioramento della situazione in Medio Oriente, ma siamo anche convinti che ci possa ancora essere lo spazio per iniziative diplomatiche”. 

“Piccoli passi, piccole soluzioni per evitare una escalation regionale e arrivare, come ultima tappa, al cessate il fuoco a Gaza, alla liberazione degli ostaggi, agli aiuti alla popolazione palestinese, ai due popoli con due Stati che entrambi si riconoscano fra di loro”, ha proseguito Tajani.  

L’incontro, indetto dal Segretario di Stato Usa Anthony Blinken, si è svolto al Quai D’Orsay, con il ministro degli Esteri francese Stèphane Sèjournè, il Segretario di Stato per gli Affari esteri del Regno Unito, David Lammy e il Direttore Affari politici del Ministero degli Esteri tedesco, Gunter Sautter. 

Il capo della diplomazia italiana ha espresso “cauto ottimismo”, o meglio, ha precisato, “pragmatismo”, sottolineando che sulla base delle informazioni a disposizione e delle valutazioni condivise fra i presenti, si possa ancora arrivare “all’ultima scelta, che è quella del cessate il fuoco a Gaza, dei due Stati due popoli”. Insieme hanno preso l’impegno a “lavorare intensamente”, a cominciare dal G7, che si svolgerà la prossima settimana a New York, per “individuare iniziative che possiamo fare assieme per evitare un’escalation nella regione”. 

Il quadro strategico comune delineato a Parigi si basa sulle informazioni ricevute da Israele e da Libano, “dove ci sono contingenti italiani, e dalle nostre ambasciate”. Sul ruolo dell’Italia nella regione e sul dialogo con l’Iran, Tajani, ha riferito di aver parlato con il suo omologo iraniano, potrebbe incontrarlo a New York per dare un messaggio chiaro: “Che non conviene neanche all’Iran una escalation, che l’Iran ha la possibilità di influenzare le scelte dei suoi amici, alleati, Houthi, Hezbollah e quelli presenti in Siria; quindi, credo sia giusto dare loro un messaggio”. 

Per il ministro Tajani, “una mancata reazione dell’Iran è già un fatto positivo. Credo sia giusto anche che Israele non innalzi lo scontro. Questo è il nostro messaggio e su questo siamo tutti quanti d’accordo”.