MILANO – Un “sistema di speculazione edilizia sorretto, fino a quando non sono intervenute le indagini di questa Procura, dalla lettura manipolata delle regole”, inquinato da “conflitti di interessi” e da “falsi nella rappresentazione delle norme e della realtà”. È con queste parole che la Procura di Milano descrive – ancora una volta – le presunte irregolarità sistematiche nella gestione urbanistica della città, emerse negli ultimi anni in decine di inchieste.
Nel documento depositato per l’udienza preliminare, davanti alla giudice Alessandra Di Fazio, i magistrati parlano di un sistema che parte dagli uffici del Comune e che avrebbe radicalmente alterato “a suo uso e consumo” i principi fondamentali in materia urbanistica, stravolgendo leggi e regolamenti.
La memoria, lunga 22 pagine, riguarda uno dei tanti filoni aperti: quello sulle presunte irregolarità nel progetto delle Park Towers di via Crescenzago, che ha portato a sei imputati – tra cui tre dirigenti ed ex dirigenti del Comune – accusati a vario titolo di abusi edilizi, lottizzazione abusiva e falso.
I pm Marina Petruzzella, Mauro Clerici e Paolo Filippini – del pool coordinato dall'aggiunta Tiziana Siciliano – sottolineano che, nonostante le “strenue difese” avanzate dagli indagati a sostegno del sistema, l’evidenza delle alterazioni normative sarebbe tale da risultare “macroscopica”, e ampiamente confermata dalla giurisprudenza: dalla Corte Costituzionale fino al Consiglio di Stato e alla Cassazione.
A rafforzare il quadro, anche i numerosi sequestri di cantieri e immobili disposti negli anni dai giudici, e soprattutto l’arresto per corruzione e altri reati di Giovanni Oggioni, ex dirigente comunale ed ex vicepresidente della Commissione Paesaggio, indicato dagli inquirenti come figura chiave di questo “distorto sistema”.
La giudice deciderà il prossimo 23 luglio se rinviare o meno a giudizio gli imputati.