È la penna a tracciare ogni volta le inestimabili memorie che Edward Caruso non ha intenzione di perdere. Ogni viaggio nel Belpaese appare sempre come un nuovo capitolo. E i viali nebbiosi dell’Emilia-Romagna continuano a testimoniare i suoi passi silenziosi per ripercorrere il cammino remoto dei suoi genitori, in quell’epoca sofferente in cui l’Italia provava a ricomporsi dal Secondo conflitto mondiale.
Cresciuto in Australia, da padre siciliano e madre parmigiana, Caruso infatti non ha mai smesso di custodire il loro esempio, i sacrifici e le opportunità che hanno segnato la sua infanzia.
Editore con oltre trent’anni di esperienza alle spalle e apprezzato scrittore, oggi ritorna al suo pubblico con una terza raccolta poetica, What Distance Means, presentata di recente al Co.As.It. a Carlton. Dopo le prime due pubblicazioni ispirate ai viaggi in America Latina, per il suo terzo libro ha raccolto una serie di poesie evocative scritte durante i suoi viaggi in Italia dal 1987 al 2015, aggiungendo alcuni testi redatti a Melbourne “per dare una prospettiva sia dello Stivale che della diaspora”.
“Ogni anno ritorno in Italia e la mia base è sempre a Bologna. Ho quindi raccolto varie poesie scritte nel corso del tempo, che cercano di catturare i paesaggi, le esperienze, i contatti che ho stabilito all’interno della comunità emiliana. Ho osservato le persone che girano per il centro e i migranti che si sono stabiliti lì – racconta –. Mia madre è originaria di Parma, quindi c’è un legame con questa città consolidato da tempo, ma amo Bologna in maniera particolare. È una città magnifica che mi ha colpito fin dal mio primo viaggio nel 1987”.
Non solo il capoluogo emiliano, in What Distance Means c’è molto anche del resto d’Italia e dei suoi viaggi in Sicilia – la Regione di suo padre –, in Liguria, Umbria e Toscana. Ed è la memoria sensoriale a disegnare ogni confine, a dipingere i colori della terra e a fissare l’incanto delle stagioni.
“Sono stati soprattutto i paesaggi nella zona collinare di Bologna ad avermi ispirato – aggiunge –. Come la Grotta della Spipola, ad esempio, dove c’è un parco regionale meraviglioso che visito spesso: i profumi della sua terra dopo le piogge, le foglie degli alberi, le naturali trasformazioni in autunno, dal verde brillante ai bellissimi gialli, arancioni e rossi, e alla fine quel color ruggine prima che le foglie cadano”.
Caruso cerca di ritornare in Italia ogni anno e, oltre all’usuale sosta a Bologna, prova ogni volta a scoprire angoli nascosti del Belpaese e le città più popolari a lui ancora sconosciute.
“Due anni fa, ad esempio, sono stato a Bari, in Puglia, e ho scoperto questa incredibile libreria, ‘Millelibri – Poesia e altri mondi’. Durante la settimana, mi ritrovavo lì, circondato da alcuni gruppi di poeti, per discutere di letteratura, Dante Alighieri, per seguire dei seminari interessantissimi o per leggere poesie. Ho trascorso serate bellissime”.
Oltre a essere madrelingua inglese, Caruso si esprime fluentemente anche in italiano, spagnolo e in dialetto parmense. Il suo lavoro editoriale è infatti sempre guidato da una grande curiosità e da un profondo interesse verso la grammatica e le espressioni filologiche di una lingua. E in un momento storico in cui la poesia sembra essere relegata soltanto a una nicchia di appassionati, lui continua a dare enfasi alla parola scritta, sperando di tornare presto a incontrare i suoi lettori con una lettura pubblica.
La raccolta poetica What Distance Means è disponibile al sito della casa editrice hybridpublishers.com.au oppure è possibile scrivere all’autore all’email edwardcaruso@access.net.au.