ROMA - I costi di costruzione in Italia sono cresciuti in misura marcata dal 2021, in coincidenza con il diffuso impiego del Superbonus nelle ristrutturazioni edilizie.
Lo rileva uno studio, intitolato Il ruolo del Superbonus nella crescita dei costi di costruzione delle abitazioni in Italia, recentemente pubblicato nella collana Questioni di economia e finanza, della Banca d’Italia.
L’analisi condotta evidenzia che gli incentivi avrebbero contribuito per circa metà dell’aumento di tali costi tra settembre 2021 e dicembre 2023.
Il Superbonus è uno dei più grandi programmi fiscali implementati in Italia dopo lo scoppio della pandemia, e consiste in un credito d’imposta - con un’aliquota che in passato poteva arrivare fino al 110% - per specifici tipi di ristrutturazioni edilizie, in particolare legate ai miglioramenti dell’efficienza energetica e della resilienza sismica.
Fino a marzo 2024, in molti casi poteva essere utilizzato non solo direttamente dai beneficiari come sconto sui loro debiti fiscali, ma anche trasferito a terzi o esercitato come sconto in fattura, rendendolo in linea di principio attraente anche per gli individui con debiti fiscali relativamente bassi o scarsa liquidità.
Tuttavia, il suo impatto in termini di costi pubblici continua a crescere, e si attesterebbe a quasi l'1%, il 3% e il 4% del Pil rispettivamente nel 2021, 2022, 2023, per una dotazione complessiva di oltre 150 miliardi di euro provenienti dalle casse pubbliche.
In questo contesto, i costi delle costruzioni in Italia sono iniziati a salire in modo significativo nel 2021, alla vigilia del ciclo inflazionistico nell’area dell’euro e proprio insieme all’avvio del programma Superbonus, e sono aumentati di circa il 20% da fine 2020 a fine 2023.