La fanfara degli alpini suona l’adunata e lo fa nel mondo migliore possibile per uscire dal buio di un anno d’inattività dovuto alla pandemia.
L’associazione guidata dal presidente Giuseppe Querin si è, infatti, riunita per celebrare l’assemblea generale dell’era post Covid-19, un’assemblea che, come da tradizione, prevedeva anche momenti sociali trascorsi come militari a riposo che si godono la compagnia dei commilitoni e la buona tavola.
Anche se con presenza limitata, causa restrizioni sociali ancora in vigore nello stato del New South Wales, i lavori dell’assemblea si sono svolti regolarmente, a partire dall’elezione del presidente.
I soci tutti, senza esclusione, hanno rieletto Querin alla guida del sodalizio nonostante lo stesso leader avesse dato la sua disponibilità, dopo tanti anni di servizio per il gruppo di Sydney, a fare un passo indietro.
“Proponete il nome del mio successore”, ha chiesto all’assemblea silenziosa che aveva appena ultimato di ascoltare il resoconto finanziario che ogni anno il presidente presenta prima che si passi alla nuova elezione.
Ad incaricarsi della risposta è stato l’ex presidente Alessandro Maremonti: “Chi meglio di Giuseppe Querin può portare avanti la sezione degli Alpini? Giuseppe lo ha fatto per tanti anni, continua a farlo con passione, lo fa con grande capacità e, quindi, non c’è nessuno che in questo momento lo possa sostituire. Capisco che Giuseppe, sia un po’ stanco e che abbia bisogno di un po’ di riposo, ma è proprio nei momenti più difficili che un alpino dà il meglio di sé stesso”.
Querin che porta l’uniforme alpina cucita sulla pelle, non ha saputo dire di no e ha accettato con gratitudine l’onere e l’onore che gli è stato affidato.
“Fa piacere sentire questo apprezzamento, andiamo avanti - ha detto -. Abbiamo passato un brutto anno, ma siamo ancora qui. E questo è già un buon risultato. Nell’anno appena trascorso non abbiamo fatto molte feste, ma adesso dobbiamo recuperare. Al momento stiamo organizzando la gita a New Italy e poi dobbiamo ricominciare a riunirci perché il barbecue di Miotto si è arrugginito e bisogna mettere olio e bistecche... e anche un po’ di vino che non guasta mai! Poi, a novembre, ci sarà l’Adunata Nazionale a Brisbane”.
Dopo l’acclamazione e la promessa di lavorare con spirito ritrovato dopo un anno molto difficile, si è passati alle celebrazioni con tanta voglia di stare insieme e di onorare quella divisa che, anche se vestita per un breve periodo, non si dimentica mai. Lo sa bene lo chef del ristorante “Pikkio di Panania” che ha ospitato l’evento, e che proprio nel corpo degli Alpini ha, a suo tempo, segnato le 365 crocette della naja.
Sandro, questo il nome del cuoco-alpino, grazie all’uniforme ha imparato anche il mestiere. Ha cominciato la sua carriera in cucina lavorando in una caserma di Roccaraso (L’Aquila)destinata alle vacanze invernali degli ufficiali.