Il conteggio dei voti, arrivato al 99% dopo lo scrutinio di quelli pervenuti per posta, assegna 176 seggi all’alleanza tra il partito Moderato, i Democratici Svedesi e i Liberali.
I seggi vinti dal partito Social Democratico, del quale Magdalena Andersson è la leader, sommati a quelli ottenuti dai Verdi, sono stati 173.
Nella sua apparizione televisiva il primo ministro Andersson ha riconosciuto la sconfitta, affermando, riferendosi allo scarto tra le due coalizioni, che il risultato ha determinato: “una maggioranza esigua, ma pur sempre una maggioranza”.
La vittoria della coalizione di destra e stata determinata in larga misura dall’ascesa nel consenso popolare dei Democratici Svedesi guidati da Jimmie Åkesson, che sono andati oltre la soglia del 20%, diventando il secondo partito dietro i Social democratici di Andersson, confermatisi la prima forza del Paese con il 30,5% dei voti.
Al di sotto delle aspettative il risultato dei Verdi, fermi al 5%.
Il terzo partito della Svezia è risultato quello dei Moderati con il 19% dei voti, al cui leader Ulf Kristersson, in tutta probabilità, verrà offerta la carica di primo ministro
Più indietro, ben al di sotto del 10%, si sono piazzati la Sinistra, i Liberali e i Democratico Cristiani, questi ultimi due gruppi completano la coalizione di destra.
Il successo, peraltro nell’aria, della destra, definita estrema, dei Democratici Svedesi si accompagna alla crescente insofferenza della popolazione per l’impennata registrata negli ultimi anni degli episodi di criminalità, degli omicidi con uso senza precedenti di armi da fuoco, con le autorità che attribuiscono l’aumento delle bande criminali alla popolazione immigrata che vive in quartieri ad alto tasso di criminalità. Tutto questo in una nazione pacifica e che ha fatto dell’accoglienza di immigrati e rifugiati un proprio simbolo di tolleranza e di civiltà.
Jimmie Åkesson ha portato per queste elezioni un piano in trenta punti che propone un giro di vite alle regole vigenti sull’immigrazione, un manifesto che comprende diverse opzioni con le quali respingere le richieste d’asilo, inclusa quella della incompatibilità della fede religiosa professata dal richiedente.
Queste elezioni assumono un significato storico in quanto la destra torna al potere in Svezia dopo quasi cento anni.