SYDNEY – Zali Steggall, l’indipendente che ha strappato il seggio di Warringah, all’ex primo ministro ultraconservatore, Tony Abbott, ha definito un’inutile “distrazione” le parole di incoraggiamento dei più autorevoli membri della Coalizione, per l’esordio sul palcoscenico federale dell’ex premier del New South Wales, Gladys Berejiklian.

Steggall, eletta nel 2019, deputata federale del collegio di Warringah, ha detto che l’eventuale candidatura dell’ex premier, ancora sotto indagine della Commissione indipendente anticorruzione del New South Wales (ICAC) non la turberebbe minimamente.

La deputata indipendente ha però definito “incredibilmente offensive” le critiche mosse dal primo ministro, Scott Morrison, nei confronti dell’ICAC, aggiungendo: “Trasuda di disperazione ed è la prova che i liberali, a livello federale, sono incapaci di comprendere la questione dell’integrità”.

Il tam tam nei circoli federali per la candidatura di ‘Berejiklian for Warringah’ è aumentato di tono, dopo che Scott Morrison e i ministri del Commercio estero, Simon Birmingham, e dell’Ambiente, Sussan Ley, hanno parlato dell’ex premier come della candidata ideale per il seggio, che ricopre buona parte di quello statale di Willoughby, che ha rappresentato per anni.

Nonostante la nube d’incertezza sulla consapevolezza dell’ex premier della condotta corrotta del suo ex compagno, Daryl Maguire, ex deputato statale del seggio di Wagga Wagga, e il fatto che l’ICAC renderà note le conclusioni delle indagini solo dopo la scelta del candidato per il seggio di Warringah (le operazioni sono state fatte slittare a gennaio per permettere a Berejiklian di riflettere, ndr), il Primo ministro ha detto: “Se vuole tentare di conquistare Warringah per i liberali, è benvenuta, e penso che l’elettorato apprezzerebbe”.

Steggall, che ha battuto il controverso ex leader liberale, Tony Abbott, con una campagna a favore dell’istituzione di una Commissione federale anticorruzione e di azioni più urgenti per contrastare i cambiamenti climatici, ha detto lunedì che le crescenti critiche nei confronti dell’ICAC da parte del Primo ministro e altri equivale ad applicare pressioni su un ente indipendente che sta svolgendo un lavoro importante: “è inaccettabile e potenzialmente diffamatorio che il Primo ministro abbia definito vergognoso il trattamento che l’ICAC ha riservato all’ex premier del New South Wales, e che abbia definito la Commissione una ‘kangaroo court’ (tribunale illecito, ndr), durate l’ultimo Question Time dell’anno e quindi coperto dall’immunità parlamentare”.

La possibile discesa in campo di Berejiklian come candidata federale garantirebbe che la mancata istituzione di una Commissione indipendente anticorruzione da parte del governo federale, a 1.100 giorni da quando l’aveva promessa, diventasse materia prima della campagna elettorale del prossimo anno. 

Inoltre, la conclusione finale dell’inchiesta dell’ICAC potrebbe venir diffusa in piena campagna elettorale federale, e il portavoce laburista all’Ambiente, Chris Bowen, in un’intervento al Circolo della stampa di Canberra, ha detto che il governo non si può aspettare un “lasciapassare” dall’opposizione: “Vi invito a  riflettere su cosa direste voi o il Partito liberale se fosse un premier laburista, che sotto inchiesta e costretto alle dimissioni contemplasse di candidarsi alle elezioni federali”.

A Bowen ha risposto a distanza il Primo ministro: “I liberali lascerebbero che fosse l’elettorato a decidere”.
Mentre i liberali continuano a corteggiare Berejiklian, Steggall ha lanciato ufficiosamente la sua campagna elettorale, con lo slogan “catch the new wave” (cavalca la nuova onda, ndr), presentando 300 volontari che indossavano le ormai tipiche magliette color turchese.

Zali Steggall, che ha vinto nel 2019 con un margine 57 a 43%, ha detto di non sentirsi intimidita dalla prospettiva di doversi confrontare con una candidata star: “Ho partecipato a quattro Olimpiadi, e sono consapevole che non puoi controllare il tuo avversario, ma puoi controllare te stessa; non ho dubbi che i liberali mi attaccheranno a destra e a manca perché si sentono in diritto, credono che Warringah gli appartenga, ma ancora non hanno presentato un programma, e non hanno fatto progressi sulla politica ambientale, mantenendo le stesse riduzioni delle emissioni adottate da Tony Abbott, nel 2019, e sonoramente respinte a Warringah”.