COPENAGHEN - Secondo le prime indicazioni degli exit poll, i socialdemocratici della premier Mette Frederiksen saranno ancora una volta la compagine politica più forte alle elezioni in Danimarca ma i sondaggi post-elettorali condotti martedì sera dalle emittenti DR e TV2, a voto terminato, indicano come complicata la formazione di una maggioranza.  Si è quindi aperto il dibattito sulle possibilità di Frederiksen di continuare a governare, e di dare vita a un governo centrista.

Il centro, con 16-17 seggi nello schieramento parlamentare danese composto da 179 seggi, sembra essere l’arbitro tra la sinistra (85 o 86 seggi) e la destra e l’estrema destra (73 o 74 seggi). Questo sempre secondo i primi sondaggi pubblicati alla chiusura delle urne. Le consultazioni elettorali si sono rese necessarie dopo le dimissioni di Frederiksen a seguito del cosiddetto “scandalo dei visoni”, ossia l’uccisione di milioni di esemplari nell’infondata convinzione di arginare così la pandemia di Covid-19.

In lizza c’erano un blocco di centrodestra e uno di centrosinistra, più un nuovo partito di ‘Moderati’ fondato dall’ex premier Rasmussen e uno di destra nazionalista, il “Danmarksdemokraterne”.