Le luci si spengono, lo schermo si illumina e, improvvisamente, ci si ritrova in un vicolo stretto di Napoli, in un salotto romano, in un campo lontano attraversato dal vento. È l’incanto sospeso tra realtà e immaginazione che, da oltre un quarto di secolo, l’atteso ST. ALi Italian Film Festival by Palace Cinemas trascina in Australia.
Per Elysia Zeccola, direttrice della rassegna cinematografica fin dal suo esordio, è ogni volta un’occasione per “celebrare la lingua, la cultura e l’arte filmica italiana”. Ogni edizione nasce come un mosaico che prende forma da sé, dalle storie che incontra lungo la strada.
“Come il magnifico documentario Signorinella: Little Miss che restituisce voce alle donne italiane emigrate Down Under: spose per procura che affrontavano lunghissimi viaggi in nave per incontrare un marito sconosciuto, donne che gestivano famiglia e lavoro, mentre gli uomini venivano internati durante la guerra – racconta –. È davvero una testimonianza toccante della nostra storia migratoria”.
Quest’anno, il ST. ALi Italian Film Festival propone storie che profumano di epica popolare, come Napoli – New York dell’affermato regista Gabriele Salvatores, con il talentuoso Pierfrancesco Favino.
“È la storia di due bambini molto furbi che, per una serie di circostanze, finiscono clandestinamente su una nave che da Napoli li porterà fino in America. Un racconto con cui moltissimi migranti, anche italo-australiani, potranno relazionarsi. Assolutamente un film da non perdere”.
E se l’apertura della rassegna sarà affidata a Somebody to Love (FolleMente) di Paolo Genovese – commedia moderna e divertente su un primo appuntamento imbarazzante –, sarà invece La grazia del pluripremiato Paolo Sorrentino a rappresentare il punto focale del festival; la pellicola sarà infatti proiettata in Australia pochi giorni dopo la sua prima mondiale alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Un’immagine dal film di Paolo Sorrentino, La grazia
“Gli italiani, poi, hanno sempre avuto un forte senso estetico e il loro cinema è meraviglioso da vedere: grande fotografia, costumi eccezionali, c’è così tanto da osservare. Credo che sia davvero un periodo fantastico per il settore”, aggiunge.
Da qui la scelta di dedicare una retrospettiva anche all’horror, un genere che viene associato alle indimenticabili pellicole di Dario Argento e Pupi Avati, e che ancora oggi ispira registi in tutto il mondo.
Il ST. ALi Italian Film Festival, però, non dialoga soltanto con gli italo-australiani: è un invito per chiunque desideri scoprire un’altra prospettiva del mondo, per chi sogna il Belpaese o semplicemente ha voglia di sentirsi un po’ italiano per qualche ora. “Negli anni, il festival è cresciuto molto, attirando sempre più australiani appassionati e curiosi di vivere un po’ della nostra ospitalità italiana attraverso i tanti eventi in programma”, spiega.
La rassegna, ormai giunta alla sua 26esima edizione, spinge ogni anno la direttrice Elysia Zeccola a viaggiare indietro nel tempo, per custodire indelebili ricordi fatti di pellicole in 35mm che viaggiavano tra festival in diverse parti del mondo e “di corse all’aeroporto per recuperare copie trattenute in dogana, mentre il pubblico era già in fila fuori al cinema”.
Con la stessa dedizione e lo slancio degli inizi, Zeccola guarda al futuro del settore cinematografico e del suo festival, sperando di continuare a portare Down Under straordinarie pellicole italiane e, magari, qualche celebrità del grande schermo.
“Ma abbiamo bisogno di aerei più veloci che riescano a coprire la distanza Italia-Australia molto più velocemente – esclama Zeccola –. Cronologicamente, gli italiani vanno in vacanza ad agosto, poi c’è la mostra del cinema di Venezia e, da lì, direttamente sul set per il film successivo. Non possono purtroppo raggiungere Melbourne o Sydney da un giorno all’altro, come fanno, ad esempio, con Londra o New York. Per venire in Australia, hanno bisogno di tantissimo tempo e le grandi stelle del cinema non possono permetterselo. Auguriamoci, quindi, voli più rapidi e cinema sempre più emozionante”.