BOLOGNA – Il 2 luglio si è celebrata la Giornata degli emiliano-romagnoli nel mondo, istituita nel 2023 per rafforzare l’identità degli emiliano-romagnoli che vivono all’estero e rinsaldare il legame con la terra d’origine.

Una giornata che chiama all’unità, malgrado la leggendaria rivalità tra i due tronconi della stessa Regione. Da una parte, a Ovest, l’Appennino, le città d’arte, storiche, “dotte” in quanto sedi di università antiche (a cominciare da Bologna, la più antica del mondo occidentale). A Est, le spiagge, la movida della costa adriatica e tutto quello che comporta, a livello culturale, vivere vicino al mare.

Il 2 luglio nasce dal ricordo di un episodio doloroso. La data scelta coincide infatti con la tragedia della nave Arandora Star, affondata da un sommergibile tedesco al largo delle coste inglesi il 2 luglio 1940.

Era una nave da crociera trasformata in nave da guerra ed era partita dal porto di Liverpool, diretta a un campo di detenzione in Canada, con a bordo oltre 1500 persone di nazionalità italiana, tedesca e austriaca, colpevoli solo di trovarsi sul suolo inglese nel momento della dichiarazione di guerra nazifascista alla Gran Bretagna.

Per questo erano state arrestate e destinate alla deportazione.

Navigava a luci spente e senza insegne umanitarie a bordo, fu intercettata dai tedeschi due giorni dopo la partenza, identificata come nave nemica e affondata. Delle circa 800 persone che vi persero la vita, 446 erano italiani, in maggioranza originari dei Comuni dell’Appennino piacentino e, soprattutto, parmense, in particolare Borgotaro e Bardi.

Il 16 agosto 1940 un pastore di Colonsay, un’isola delle Ebridi, al largo della Scozia, trovò sulla spiaggia un corpo restituito dal mare. Era quello di Giuseppe Delgrosso, identificato grazie alla sigla stampata sulla divisa da prigioniero: “14700 G.Delgrosso”.

Era nato a Borgotaro nel 1889 e, come tanti italiani era partito anni prima dal suo borgo sull’Appennino parmense per stabilirsi a Hamilton, una piccola città nel sud della Scozia, con la moglie e i tre figli.

Al pari dei suoi compagni di sventura, Delgrosso non era affatto diventato un potenziale nemico per la Gran Bretagna. Anzi, si sentiva parte di quella terra che lo aveva accolto, dove era riuscito cominciare una nuova vita. Credendo di essere stato fortunato e che da quel momento in poi tutto sarebbe andato per il meglio, per sé e per la sua famiglia.

Da quel 16 agosto 1940 i cittadini di Colonsay ricordano ogni anno questa tragedia, altrove cancellata dalla memoria collettiva di italiani e inglesi. Si recano sulla spiaggia di Eilean nan Ron, dove avvenne il ritrovamento dei resti di Degrosso, piantano una croce e depositano dei fiori.

Questa semplice cerimonia di pace è diventata parte della storia della piccola comunità scozzese. Dal 2004, i 130 abitanti di Colonsay sono cittadini onorari di Borgotaro.

Per non dimenticare questa vicenda e onorarne i caduti, la Provincia di Parma, insieme con la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, l’Assessorato alla cultura della Regione Emilia-Romagna e la Provincia di Piacenza, si è fatta promotrice di una serie di iniziative che hanno avuto il momento più importante a Liverpool il 2 luglio 2008, quando il sindaco del comune di Liverpool, l’ambasciatore italiano in Gran Bretagna, i rappresentanti dei governi tedesco e austriaco hanno scoperto una lapide in ricordo delle vittime dell’Arandora Star.

Per la prima volta  un’amministrazione pubblica inglese riconosceva ufficialmente la vicenda dell’Arandora Star.

Anche le associazioni di emiliano-romagnoli in Argentina hanno celebrato la Giornata.

Terra di Mar del Plata ha organizzato un incontro conviviale, sulle note di Romagna mia, canzone popolare che parla della nostalgia di chi vive lontano dalla propria terra.

Un’altra canzone dedicata all’emigrazione è Amerigo, di Francesco Guccini (1978). Il protagonista, emliano per par condicio, lascia il suo paese sull’Appenino Modenese, quando ancora “aveva il viso dei vent’anni senza rughe / E rabbia ed avventura e ancora vaghe idee di socialismo”. Parte per gli Stati Uniti, da dove torna ormai vecchio, disilluso, indurito dalla vita del migrante, con qualche soldo risparmiato e la giovinezza mai vissuta.

La Asociación Nettuno Emilia Romagna di Oberá (Misiones) ha diffuso sulle proprie reti sociali l’iniziativa di una raccolta di ricette casalinghe. La scadenza è il 7 di luglio, quindi c’è ancora qualche giorno di tempo.

Basta pubblicare su Instagram o Facebook una ricetta che rappresenta la propria famiglia, con gli ingredienti e le istruzioni e raccontare la ragione per cui la si è scelta e i ricordi a essa legati. Infine, aggiungere l’hashtag #2luglioERnelmondo e taggare la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, su IG o su FB).

Le ricette saranno tutte raccolte in una pubblicazione digitale da condividere tra le varie associazioni. Per sentirsi a casa ovunque nel mondo.