Cfs (Commonwealth Fusion Systems), divisione di ricerca del Massachusetts Institute of Technology, azienda della quale Eni è il maggiore azionista, ha sperimentato la bottiglia magnetica che utilizza tecnologia Hts (HighTemperature Superconductors), un magnete in grado di contenere il plasma nel processo di fusione nucleare, quello che permette al Sole ed alle stelle di irradiare luce e calore.
La fusione nucleare, possibile grazie al confinamento magnetico del plasma, materia dalla temperatura troppo elevata (100 milioni di gradi) per essere ospitata da qualsiasi contenitore conosciuto, era rimasta teoria fino a questo test. La fusione assicura energia sicura, sostenibile ed inesauribile, prodotta con i principi fisici che avvengono nelle stelle, una energia illimitata che, tra l’altro, non produce alcuna emissione di carbonio.
Una nota diffusa dall’Eni informa: “La fusione a confinamento magnetico promette una vera e propria rivoluzione in campo energetico perché, una volta sviluppata a livello industriale, permetterebbe di avere a disposizione una fonte di energia pulita, sicura e praticamente inesauribile. Studiare, progettare e realizzare macchine in grado di gestire reazioni fisiche simili a quelle che avvengono nel cuore delle stelle è il traguardo tecnologico a cui tendono le più grandi eccellenze mondiali nella ricerca in ambito energetico”.
La società Cfs si propone di realizzare entro il 2025 il primo reattore sperimentale e di cominciare a produrre energia da immettere nella rete già nel prossimo decennio. Il reattore, cui verrà dato il nome Sparc, si legge ancora nella nota: “sarà in grado di gestire e confinare il plasma, la miscela di deuterio e trizio portata a temperature altissime da fasci di onde elettromagnetiche per creare le condizioni di fusione controllata. Il patrimonio di conoscenze acquisite dalla sperimentazione ci consentirà quindi di progettare e realizzare Arc, il primo reattore capace di immettere energia da fusione nella rete elettrica”.