NEW YORK – Nuovo scontro all’Onu fra Belgrado e Pristina, che si sono accusate a vicenda del persistere della crisi in Kosovo, e del lungo stallo che attraversa il dialogo facilitato dalla Ue. L’occasione è stata la seduta periodica semestrale del Consiglio di sicurezza a New York, dove è stato presentato l’ultimo rapporto sull’attività della missione delle Nazioni Unite (Unmik) dallo scorso settembre a marzo.

Il ministro degli Esteri serbo Marko Djuric, come riferito dai media a Belgrado, sottolineando come la proclamazione di indipendenza del Kosovo nel 2008 abbia rappresentato “una flagrante violazione del diritto internazionale e della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza del 1999, costituendo un pericoloso precedente”, è tornato a puntare il dito contro la politica “ostile e discriminatoria nei confronti dei serbi da parte del governo di Pristina, con arresti indiscriminati e immotivati, e con lo smantellamento della struttura di uffici e servizi la cui attività è vitale per la sopravvivenza della locale popolazione serba”.

E ha citato al riguardo, oltre all’abolizione del dinaro serbo, la chiusura negli ultimi mesi di decine di centri di previdenza sociale, filiali di banche, uffici postali, che provoca enormi disagi ai serbi del Kosovo.

“L’obiettivo evidente di tali azioni unilaterali – ha affermato – è indurre i serbi ad andarsene; in sostanza, un’opera di strisciante pulizia etnica”. La Serbia, ha detto Djuric, è impegnata per un dialogo serio al fine di arrivare a una soluzione di compromesso, ma il dialogo presuppone che si sia in due, e Pristina è del tutto disinteressata a un negoziato responsabile.

Accuse respinte e rimandate al mittente dalla ministra degli Esteri kosovara Donika Gervalla, che ha chiesto la chiusura della missione Unmik che, a suo dire, ha perso credibilità non riconoscendo i progressi compiuti dalle istituzioni di Pristina. La Ministra ha al tempo stesso accusato la Serbia di creare tensioni nella regione con i tentativi di destabilizzare il Kosovo.

Contro la dirigenza kosovara è intervenuto l’ambasciatore russo all’Onu, Vasili Nebenzja, che ha accusato Pristina di sciovinismo e di ostilità contro i serbi, criticando al tempo stesso la Ue incapace di fare le dovute pressioni sulla dirigenza del Kosovo.

Il rappresentante americano John Kelly da parte sua si è detto a favore di una soluzione che comporti il reciproco riconoscimento tra Serbia e Kosovo, cosa – questa – che contribuirebbe a rafforzare la stabilità nella regione. E si è detto anch’egli per l’abolizione dell’Unmik, che è a suo dire una missione di pace senza una forza di pace, e che costituisce un evidente spreco di fondi.

Il diplomatico Usa si è detto inoltre a favore di una sola seduta all’anno del Consiglio di sicurezza sul dossier Kosovo, e di tenerla a porte chiuse.