ANKARA - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si allontana dalle proteste che hanno infiammato il Paese nell’ultima settimana, per discutere al telefono con il collega russo Vladimir Putin e coltivare i rapporti con l’Africa con una visita in Guinea.
Nonostante il Paese spaccato in due dopo l’arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, Erdogan ha ribadito a Putin la disponibilità della Turchia a ospitare un negoziato che ponga fine al conflitto in Ucraina, per poi inaugurare una moschea in Guinea.
Il presidente turco in un primo momento sembrava aver preso le distanze dall’indagine che ha colpito Imamoglu, poi ha iniziato a criticare l’opposizione, rincarando le accuse di corruzione e definendo “vandali e terroristi” coloro che si sono scontrati con la polizia. Interventi che hanno fatto crescere la tensione nel Paese.
Intanto, con la festa di fine Ramadan che si avvicina, Erdogan ha compiuto la propria mossa annunciando nove giorni di vacanza. Giorni in cui, tradizionalmente, le città si svuotano con la gente che parte verso i propri luoghi d’origine, località all’estero o la costa sud del Paese. Nove giorni in cui Erdogan cercherà di calmare gli animi e le acque, ma che potrebbero non bastare, anche perché Imamoglu è in carcere e la protesta potrebbe ripartire.
Negli ultimi giorni le manifestazioni si sono placate e non ci sono stati scontri. Tuttavia, l’opposizione ha organizzato una grande manifestazione sabato a Istanbul, non di fronte al Comune ma nel quartiere di Maltepe.
Erdogan ha preferito recarsi in Africa, dove la Turchia ha grandi interessi, ma soprattutto parlare con Putin degli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina e in Siria. Con lui ha ribadito che la Turchia è in prima linea e pronta a organizzare un negoziato per la pace in Ucraina. Una strategia con cui Erdogan prende dalle distanze dalle polemiche interne, dalle proteste, ma rilancia anche il ruolo della Turchia all’interno della comunità internazionale, che lo ha criticato aspramente negli ultimi giorni.
Un modo anche per ribadire che in Turchia il lavoro della magistratura va rispettato, in quanto indipendente, al punto che anche un’indagine delicata come questa può andare avanti da sola e lui può continuare il proprio lavoro di grande mediatore.