MILANO - La Procura generale milanese attende di leggere le motivazioni, che saranno depositate entro il 15 settembre, della sentenza del processo d’appello a carico di Alessandro Impagnatiello, condannato all’ergastolo anche in secondo grado per l’omicidio di Giulia Tramontano, la fidanzata al settimo mese di gravidanza.
Soltanto dopo aver letto le motivazioni, da quanto si è saputo, la Procura generale, diretta da Francesca Nanni e con la sostituta Pg Maria Pia Gualtieri, valuterà e deciderà se impugnare il verdetto in Cassazione.
Nonostante sia stata confermata la pena massima per l’ex barman, i giudici della Corte d’assise d’appello hanno escluso l’aggravante della premeditazione, riconoscendo soltanto quelle relative al rapporto di convivenza e della crudeltà. Una decisione duramente criticata anche dai familiari della vittima e, in particolare, dalla sorella Chiara, che ha scritto un post su Instagram, sottolineando come il compagno abbia “avvelenato” Giulia per “sei mesi”.
Una ricostruzione che era stata riconosciuta anche dalla sentenza di primo grado, che aveva dato conto di come Impagnatiello avesse fatto ricerche online, a partire dal 12 dicembre 2022, sugli effetti del veleno per topi. Prima che Giulia rientrasse in casa quel sabato sera del 27 maggio 2023, poi, l’allora barman aveva cercato online anche “ceramica bruciata vasca da bagno”. Vasca in cui tentò, dopo aver ucciso la giovane con 37 coltellate, di bruciarne il corpo.
Tutti elementi questi valutati diversamente dalla Corte di secondo grado e la nuova ricostruzione, che cancella la premeditazione, si potrà leggere solo tra poco più di due mesi.