MELBOURNE - Oggi, la donna, 50 anni, è stata riconosciuta colpevole di aver preparato e servito un filetto di manzo alla Wellington con funghi “death cap” durante un pranzo di famiglia a Leongatha, il giorno 29 luglio 2023.
Le vittime sono i suoi ex suoceri Don e Gail Patterson, 70 anni, e la sorella di Gail, Heather Wilkinson, 66. Il marito di quest’ultima, Ian, pastore battista molto conosciuto nella comunità di Korumburra, era rimasto gravemente intossicato ma sopravvisse, determinando il quarto capo d’imputazione per tentato omicidio.
Nel leggere la sentenza, il giudice Christopher Beale della Corte Suprema del Victoria ha parlato di “un enorme tradimento” e di “premeditazione sostanziale”, ricordando come l’invito fosse stato pianificato circa due settimane prima del pranzo fatale. “Solo lei conosce le motivazioni dei suoi atti. Ma le conseguenze sono devastanti: tre vite spezzate, una famiglia distrutta e i suoi stessi figli privati dei nonni”.
La pubblica accusa aveva chiesto la pena massima prevista, cioè l’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale, definendo il crimine “tra i peggiori immaginabili”. Beale, pur concordando sulla gravità dell’offesa, ha concesso un periodo minimo di detenzione di 33 anni, stabilendo che Patterson potrà presentare domanda di libertà vigilata non prima del 2056.
Patterson, già in carcere da quasi due anni, ha ascoltato la condanna con lo sguardo sbarrato. Più tardi, ha tenuto gli occhi chiusi per gran parte dell’udienza, mentre il giudice leggeva le motivazioni in diretta televisiva davanti a un’aula gremita.
L’avvelenamento da funghi fu inizialmente presentato dalla donna come un terribile incidente, ma la giuria, lo scorso luglio, l’ha ritenuta colpevole di tre omicidi e un tentato omicidio. La vicenda ha attirato l’attenzione internazionale, sia per la natura macabra del delitto sia per l’ambientazione apparentemente ordinaria: un pranzo di famiglia trasformato in tragedia.
Con la condanna definitiva, si chiude un capitolo che ha segnato profondamente la comunità locale e rilanciato il dibattito sulla pericolosità dei funghi selvatici, ma soprattutto sulle dinamiche familiari e psicologiche che hanno preceduto un gesto tanto crudele quanto inspiegabile.