La storia di uno zio mai conosciuto, Giacomino Ferraro. Un soldato mandato al fronte, nella seconda guerra mondiale e che in Russia, nel 1942, ha perso la vita. Come tanti. Oltre 70mila italiani che sono poi state seppelliti in fosse comuni come quella di Tambov. 
Costantino De Cristofano, ha scritto la storia del fratello del padre ricercando fra archivi storici, memorie, racconti, documentari. La storia di “Erosi dimenticati” nella quale lo zio compare come io narrante, fra verità, sogno e fantasia.

Una fatica letteraria, la sua, nata e condivisa con la sua famiglia ora divisa fra Italia e Australia, paese che prima delle restrizioni Covid-19, l’autore trascorreva lunghi periodi presso i suoi familiari. 

Quella che racconta De Cristofano non è una storia come tante, è la storia vera di uomo, del suo stato d’animo al momento della chiamata, di quella dei fratelli. Le sensazioni di un ragazzo poco più che ventenne che imbraccia il fucile e marcia verso la Russia. Fra paesaggi resi bianchi dalla neve, fiumi congelati e temperature improponibili affrontate da militari poco attrezzati per affrontare quell’inferno di morte e ghiaccio così lontano da casa. 

Giacomino, soldato dell’Armir, viene fatto prigioniero e trasferito nel campo di prigionia russo di Tambov. Qui vive un calvario ancor più temibile della guerra stessa. Resta solo, con la signora biancovestita che appare davanti a lui come persone fisica, anche se frutto della sua mente. 

L’autore cerca di bilanciare, e lo fa al meglio, quanto la storia tramanda attraverso i testi scolastici, quando la famiglia ricorda, e quanto un giovane del tempo potesse immaginare in quei terribili momenti troppo spesso dimenticati. 

Come Giacomino Ferraro, uno dei tanti eroi italiani a cui il tempo non ha concesso il giusto apprezzamento e ricordo. Come i tanti, troppi, giovani, che in quegli anni di follia furono mandati al fronte a fare ciò che mai avrebbero voluto.