Per molti italiani espatriati in Australia, costruire una vita dall’altra parte del mondo comporta conquiste e sacrifici. Tra questi, uno dei più sentiti è la difficoltà di conciliare la crescita dei figli con l’invecchiamento dei genitori, rimasti in Italia e spesso distanti dalla quotidianità dei nipoti. La distanza geografica crea un “muro invisibile” che limita le interazioni tra le generazioni, generando nostalgia e un senso di perdita reciproca.
Laura, 45 anni, madre di un bambino di 6, è appena rientrata dall’Italia, dove ha trascorso un mese con i suoi genitori. Tornare in patria non significa solo riabbracciare i propri cari, ma anche affrontare sfide emotive e culturali. “Ho voluto che mio figlio passasse del tempo con i nonni, che sono parte fondamentale della sua storia” racconta. Tuttavia, Laura ha incontrato difficoltà nel conciliare differenze educative e aspettative intergenerazionali. “Spesso i miei genitori adottano un approccio educativo più permissivo, diverso dal nostro – spiega -. È stato bello vederli insieme, ma difficile mantenere un equilibrio senza sentirsi giudicati o fraintesi”. Questa discrepanza ha reso faticoso per Laura bilanciare l’educazione scelta in Australia con le aspettative familiari italiane. Anche il calo cognitivo del padre ha creato momenti di vulnerabilità. “Notare i primi segnali in mio padre è stato doloroso – ammette -. Per mio figlio è stato strano vedere il nonno ‘distratto’ o confuso e mi ha fatto molte domande difficili a cui rispondere”. Laura si sente spesso divisa tra il desiderio di essere presente per i genitori e quello di garantire al figlio un legame significativo con i nonni, nonostante la distanza.
Luca Fabbri, psicologo specializzato nel supporto agli italiani che vivono all’estero, ha osservato un aumento della richiesta di consulenza online, soprattutto dopo la pandemia, da parte di coloro che desiderano un sostegno da una persona che capisca il retaggio culturale. Fabbri ha iniziato a lavorare con clienti italiani in Queensland anche per una motivazione personale: i suoi nonni, di origine veneta, emigrarono a Brisbane, e lui sente fortemente il legame con la comunità italiana locale.
Secondo Fabbri, la distanza dalle famiglie d’origine porta spesso sentimenti di colpa e nostalgia, che possono essere elaborati con strategie per mantenere legami affettivi. “Per le famiglie divise dalla distanza, è essenziale dare spazio ai racconti e alla storia familiare” consiglia. Anche se la tecnologia può aiutare, i video e le foto non sostituiscono l’interazione diretta.
Creare momenti di connessione che rafforzino il senso di appartenenza può aiutare i bambini a conoscere le proprie radici e a sviluppare una relazione emotiva con i nonni, anche da lontano. Fabbri suggerisce inoltre di stabilire una routine di chiamate regolari, facendo sì che i bambini percepiscano la continuità e importanza dei nonni. “Coinvolgere i figli in semplici attività familiari, come raccontare storie della propria infanzia o cucinare ricette di famiglia, aiuta a coltivare un legame e a rendere più tangibile la presenza dei nonni.”
Partecipare a eventi che celebrano la cultura italiana, coinvolgendo altre famiglie con situazioni simili, può rappresentare un’ulteriore fonte di supporto e familiarità. Queste attività sono un’opportunità per i bambini di sentire la vicinanza alla propria storia, anche se a migliaia di chilometri di distanza.