BOLOGNA - Nelle prime ore del pomeriggio italiano di martedì scorso, un’esplosione alla centrale idroelettrica semi-sommersa di Bargi, nei pressi del bacino artificiale di Suviana, sull’Appennino Bolognese, ha travolto almeno 12 tecnici impegnati nella messa in opera di adeguamenti della centrale. Il bilancio delle vittime è ancora provvisorio, ma, al momento di andare in stampa, si parla di almeno tre morti, cinque feriti gravi e quattro dispersi. I lavoratori coinvolti nell’esplosione erano in gran parte dipendenti di ditte esterne all’Enel, che gestisce l’impianto.
Enel Green Power, società del gruppo Enel, riferisce che l’incidente sarebbe stato causato dall’esplosione di una turbina della centrale elettrica avvenuta all’ottavo piano sottoterra, mentre al nono si sarebbe verificato il crollo del solaio e il successivo allagamento a causa di un tubo di raffreddamento della stessa turbina. La società ha informato di avere “tempestivamente attivato tutte le necessarie misure di sicurezza come da procedure interne, per garantire il corretto svolgimento delle procedure di evacuazione a tutela del proprio personale”.
Le ricerche dei soccorritori, accorsi tempestivamente sul posto, si sono dovute spingere fino a 40 metri sottoterra, mentre altre squadre specialistiche di recupero sono accorse per affiancare le 12 dei Vigili del fuoco e raggiungere i vani invasi dall’acqua. Nel dramma dei primi momenti, anche la speranza di trovare qualcuno in vita tra i dispersi: “Nonostante lo scoppio abbia determinato un allagamento, potrebbe essere che dopo l’esplosione abbiano trovato ricovero da qualche altra parte della piastra, la speranza è trovare qualcun altro in vita”, sono state le parole del direttore regionale dei Vigili del fuoco, Francesco Notaro. Nelle prime ore dopo l’incidente, anche il comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Bologna, Calogero Turturici, ha evidenziato le difficoltà dei soccorsi: “C’è parecchio fumo, fatichiamo a entrare nei locali.Quando arriveremo al piano dell’incidente capiremo meglio; in quei piani c’erano i trasformatori. Le cause non le sappiamo. Servirà una testimonianza di chi era sul posto. I locali ora sono sommersi dall’acqua, secondo le prime informazioni che abbiamo. Se non si mette a disposizione per le indagini il luogo dell’incidente è difficile ipotizzare una determinata tipologia di scenario o un’altra”. La Protezione civile dell’Emilia-Romagna ha montato tre torri faro da esterno e cinque sistemi di illuminazione di emergenza da interno nell’area del lago di Suviana, per supportare i soccorsi ai feriti e la ricerca dei dispersi nelle ore successive all’esplosione.
Quella di Bargi è una centrale la cui costruzione risale agli anni ‘70 ed è un impianto strategico per la rete nazionale: da qui, raccontano le persone del territorio, è partita la spinta per riattivare l’elettricità in tutta Italia dopo il blackout del 2003. La centrale, che nel frattempo è stata messa in sicurezza, è per tre-quarti sommersa, ma la diga del bacino artificiale di Suviana, su cui si affaccia la centrale di Bargi, non risulta coinvolta.
Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, subito dopo l’incidente si è messo in contatto con Marco Masinara, sindaco di Camugnano, il Comune che ospita sul suo territorio la diga di Suviana. Dopo aver espresso il proprio cordoglio per le vittime e vicinanza alle famiglie coinvolte, Bonaccini ha aggiunto che “bisognerà conoscere le ragioni di quanto successo”. “Adesso, il dolore sovrasta ogni cosa, ma non dimentichiamoci che la sicurezza sul lavoro deve diventare nei fatti la priorità per il Paese”, ha sottolineato. Anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha dichiarato che quella di Suviana “rischia di essere una delle tragedie sul lavoro più gravi della storia recente del nostro Paese”, mentre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, insieme allo sgomento per l’accaduto, ha chiesto che venga fatta piena luce sulla dinamica dell’incidente. Da Giorgia Meloni è arrivata una dichiarazione in cui fa sapere di seguire “con apprensione la terribile notizia riguardante l’esplosione”.
Intanto, Cgil e Uil hanno annunciato che lo sciopero di quattro ore proclamato per oggi diventa di otto in tutti i settori, pubblici e privati dell’Emilia-Romagna.