ROMA - Motivi di ordine pubblico: questa la ragione che ha portato all'espulsione dall'Italia di Rasmus Paludan, 43 anni, politico danese di estrema destra, noto per aver bruciato il Corano in pubblico in varie occasioni e per le sue posizioni radicali sull’islam.
Il fondatore del piccolo partito Stram Kurs (Linea Dura) era atterrato all’aeroporto di Malpensa per partecipare al Remigration Summit, l'evento organizzato dall'ultradestra europea, la cui location resta, al momento, ancora ignota.
Il nome del quarantatreenne compariva tra quelli della lista passeggeri del volo diretto all'hub internazionale, e una volta sbarcato è stato bloccato dalla Polizia Aeroportuale e poi raggiunto dagli uomini della Digos. La sua posizione è rimasta al vaglio sino al tardo pomeriggio, quando è poi arrivato il provvedimento di espulsione, come confermato dalla Questura di Varese.
Secondo quanto ha scritto lo stesso Paludan su Facebook, la polizia gli avrebbe detto che “gli altri si arrabbiano perché ci sei tu. Ecco perché non dovresti essere qui”.
Avrebbe voluto partecipare al summit come spettatore, il suo nome non compare infatti tra quelli dei relatori dell'evento, un elenco dove compare invece Martin Sellner, uno dei principali teorici della “remigrazione” - l’idea di rimpatriare gli immigrati non assimilati o ritenuti non aderenti alla cultura nazionale o europea - nonché leader del Movimento austriaco degli identitari (IBÖ, Identitäre Bewegung Österreich), anche lui arrivato a Milano.
L'evento è stato confermato dagli organizzatori, anche se non hanno ancora reso noto dove il vertice si svolgerà. Inizialmente era stato scelto un hotel di Somma Lombardo, sempre in provincia di Varese, non lontano da Malpensa, ma la direzione della struttura aveva però deciso di non confermare la prenotazione spiegando che “nessun evento si terrà da noi in quella data”.
Sono state confermate anche le due “contromanifestazioni” che si terranno a Milano: sabato pomeriggio in piazza San Babila si troveranno associazioni, sindacati e partiti con leader nazionali come Maurizio Landini e Nicola Fratoianni, mentre una “mobilitazione antifascista” è stata organizzata in Largo Cairoli da studenti e movimenti antagonisti.