BOLOGNA - L'imam di Bologna, Zulfiqar Khan, è stato espulso dall’Italia con un decreto del ministero dell’Interno. Alla base del provvedimento una serie di frasi pronunciate durante occasioni pubbliche in cui, come si legge nella comunicazione emanata dal Viminale, si evidenzia un “crescente fanatismo ideologico”, una “visione integralista del concetto di Jihad” e “l’esaltazione del martirio” nell’ambito del conflitto in corso tra Israele e Hamas. Inoltre, proprio per quanto riguarda la guerra in corso a Gaza, l’Imam aveva espresso più volte il proprio sostegno alle azioni della formazione palestinese. 

Nato in Italia nel 1995 e titolare di un permesso di soggiorno revocato contestualmente all’espulsione, l’Imam è arrivato a definire il concetto di Jihad “quale pilastro della religione islamica e quale principio che imporrebbe al musulmano di combattere sempre e comunque in favore dell'Islam, partecipando attivamente alla lotta contro gli infedeli”. Il provvedimento dovrà essere convalidato in tribunale e può essere impugnato davanti al Tar del Lazio. 

In alcuni video pubblicati sulle sue pagine social tra il 2023 e il 2024, Zulfiqar Khan avrebbe inoltre definito l’omosessualità “una malattia da curare” che ogni musulmano ha il diritto di contrastare “per evitare conseguenze catastrofiche” tra cui avrebbe citato “l’estinzione stessa del genere umano”.  

Frequenti anche i suoi attacchi nei confronti della comunità ebraica, i cui appartenenti sarebbero stati definiti “impuri sionisti”. Nel mirino dell’Imam anche americani, tedeschi, francesi, inglesi e italiani, colpevoli di aver sostenuto Israele.