COSENZA - Disagi e minacce di trasferimento in caso di mancata sottoscrizione di un accordo transattivo finalizzato a fare accettare alle guardie giurate dipendenti meno di un decimo del credito derivante da straordinari non pagati ed altri emolumenti non corrisposti e ferie e riposi non goduti. Sarebbe stato questo il comportamento messo in atto dai tre rappresentanti legali di due istituti di vigilanza, uno con sede nel capoluogo calabrese e l’altro ad Avellino, a carico dei quali sono state emesse misure interdittive.
I provvedimenti sono stati emessi dal Gip cosentino in accoglimento della richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica sulla base delle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza e dalla Squadra mobile. I reati contestati ai rappresentanti legali dei due istituti di vigilanza sono estorsione, caporalato ed indebita percezione di finanziamenti pubblici. Le indagini che hanno portato all’emissione delle misure interdittive si sono concentrate inizialmente sull’istituto di vigilanza con sede a Cosenza e si sono estese successivamente a quello di Avellino.