ADDIS ABEBA - Le forze aeree di Addis Abeba hanno bombardato depositi di armi e carburante e l’esercito ha annunciato di aver riconquistato la città di Humera e di avanzare verso sud, lungo la strada verso Sheraro.

Secondo il bilancio fornito da Addis Abeba, finora sono 550 i combattenti nemici uccisi e 29 quelli fatti prigionieri. L’operazione militare è stata lanciata il 4 novembre dal premier Abiy Ahmed che ha accusato il partito al governo nella regione, il Fronte di liberazione popolare del Tigrè (Tplf), di aver attaccato due basi militari federali, oltrepassando una “linea rossa” nel suo tentativo di destabilizzare il Paese.

Tuttavia, le autorità locali hanno negato di aver attaccato le truppe federali. Di fronte agli appelli dell’Unione africana a un cessate il fuoco, Abiy ha assicurato che la fine dell’offensiva è ‘a portata di mano’: “Le operazioni si arresteranno non appena la giunta criminale verrà disarmata, la legittima amministrazione della regione restaurata e i fuggitivi catturati e portati davanti alla giustizia”.   

Il Tplf ha dominato la politica etiope per quasi 30 anni dopo il crollo del regime comunista di Mengistu, prima che Abiy salisse al potere nel 2018. Da allora, il partito regionale ha denunciato di essere stato messo da parte e le tensioni con Addis Abeba sono aumentate, fino all’avvio della campagna militare la settimana scorsa.   

Nel Tigrè preoccupa la situazione umanitaria: almeno 11mila etiopi in fuga hanno attraversato il confine occidentale con il vicino Sudan, ha riferito Alsir Khaled, capo dell’agenzia per i rifugiati del Sudan nella città di confine di Kassala. Un numero che è “probabile aumenti rapidamente”, come ha avvertito l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), esortando i Paesi vicini a tenere aperti i confini.

Timori sono stati espressi dall’agenzia Onu anche per gli oltre 96mila eritrei che vivono in quattro campi rifugiati nella regione, così come per gli operatori umanitari impegnati sul campo.

“Le strade sono bloccate ed elettricità, telefoni e Internet non funzionano, rendendo le comunicazioni quasi impossibili. C’è mancanza di carburante e i servizi bancari si sono fermati, con il risultato di una carenza di contante”, ha denunciato l’Unhcr.