CALTANISSETTA - Maria Teresa Principato è stata assolta, sentenza ribaltata per il magistrato. Confermata in appello anche l’assoluzione del finanziere Carlo Pulici contro cui la Procura nissena aveva fatto ricorso. È una vicenda giudiziaria complessa quella sfociata in due distinti processi. Nel primo era stato prosciolto in primo grado, oltre a Pulici, anche un altro magistrato, Marcello Viola.  L’appello era stato presentato dall’accusa solo per la posizione di Pulici. Nel secondo processo Principato era stata condannata a 40 giorni di carcere, pena sospesa. 
Ora arriva l’assoluzione decisa dalla Corte d’appello presieduta da Giovan Battista Tona. Viola, ex procuratore di Trapani, era stato prosciolto dalle accuse di rivelazione di segreto di ufficio perché il fatto non sussiste. Stessa cosa per Pulici, che nel 2016, quando era applicato alla segreteria di Principato, di cui è stato per un decennio il più fidato dei collaboratori, aveva consegnato a Viola una pen drive con gli interrogatori dell’architetto e pentito Giuseppe Tuzzolino, interrogatori in cui si parlava anche di Matteo Messina Denaro. 
Le indagini per la cattura del latitante sono state per anni coordinate da Principato, aggiunto a Palermo e poi approdata alla Direzione nazionale antimafia. La procura di Caltanissetta a maggio 2018 aveva chiesto l’archiviazione dei due imputati per “insussistenza del reato”, ma il gip del Tribunale nisseno aveva disposto l’imputazione coatta. Quindi l’assoluzione nel merito: lo scambio di informazioni era stato legittimo e rientrava nella normale interlocuzione fra gli uffici giudiziari palermitano e trapanese. 
Un anno dopo si intrecciò la seconda vicenda. Pulici era stato denunciato  per una questione che coinvolgeva una persona a lui vicina. 
Nell’ambito dell’indagine Principato era stata sentita come persona informata sui fatti. Al termine del colloquio con i pubblici ministeri di Caltanissetta, il magistrato, secondo l’accusa, raccontò a Pulici alcuni contenuti delle domande. Per questo reato Pulici fu assolto e Principato condannata. Da qui il processo di secondo grado. I legali del magistrato, gli avvocati Giacomo Butera e Marcello Maddalena, hanno sostenuto che non ci fu alcuna violazione. 
Gli atti non erano secretati e non ci fu alcuno scambio di informazioni riservate. Da qui l’assoluzione perché il fatto non sussiste.