PARIGI – Trionfo annunciato a Parigi per Riad. La città dell’Arabia Saudita è stata votata da 119 stati membri del Bie, Bureau international des expositions, assegnando già al primo turno l’organizzazione dell’Expo 2030, ottenendo così più di due terzi di preferenze sufficienti a evitare il ballottaggio.
Grande delusione per Roma: la capitale italiana, che ospiterà il Giubileo del 2025, puntava al ballottaggio per poi cercare di rosicchiare voti a Riad al secondo turno e invece ha ottenuto appena 17 voti, dietro anche a Busan che di voti ne ha ottenuti 29.
Riad ospiterà dunque l’Esposizione Universale del 2030 e sarà la prima città araba a ospitare l’evento. La notizia è stata accolta con un’esplosione di gioia dalla delegazione saudita, che ospiterà l’esposizione con il tema “L’era del cambiamento: insieme per un futuro chiaro” tra il 1 ottobre 2030 e il 31 marzo 2031.
“È stata una brutta sconfitta, Riad ha dilagato oltre ogni previsione e in qualche modo ha espresso una forza che avevamo visto durante questa campagna elettorale, anche economica, che ha reso questo Expo molto particolare. Siamo amareggiati, naturalmente, il nostro progetto era molto bello ma i rapporti di forza anche economici che qui sono stati espressi, come avevamo anche un po’ segnalato, denunciato, hanno portato a un voto nettissimo, a una vittoria schiacciante di Riad. Questo è un tema, naturalmente: tanti eventi internazionali stanno andando a colpi di risorse nel Golfo, noi avevamo segnalato questo problema, oggi però è avvenuto e dobbiamo accettare sportivamente la sconfitta”. Così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha commentato a caldo con i cronisti l’esito della votazione.
Una débacle totale e inattesa nelle proporzioni: “Fino all’ultimo, né a noi né ai coreani risultavano numeri di questa portata, quindi anche sull’ultimo miglio qualcosa deve essere successo”, dice amareggiato l’ambasciatore Giampiero Massolo dopo il voto. è lui, presidente del comitato promotore che ha lavorato due anni per la candidatura di Roma per Expo 2030, l’unico ad alzare i toni nel dopo-votazione: “Non critico, non accuso, non ho prove, ma la deriva mercantile riguarda i governi e talvolta riguarda anche gli individui”.
Parole di fuoco quelle di Massolo, che provano a spiegare una sconfitta a 360 gradi della Capitale e di un progetto di riqualificazione di un quadrante della città che era di alto profilo. Un tracollo che va oltre le cifre ufficiali di 190 milioni di euro spesi da Riad per la campagna di promozione, 160 da Busan e appena 30 da Roma.
La dura sconfitta della Capitale ha subito provocato dure polemiche politiche. Per il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, “la sconfitta di Roma sull’Expo è una figuraccia galattica sia di Gualtieri che di Meloni. Perdere ci sta. Ottenere solo 17 voti dimostra una irrilevanza che l’Italia non merita. I sovranisti non sono credibili a livello internazionale, ormai è chiaro a tutti. E il Campidoglio deve darsi una mossa, perché questa Amministrazione non funziona”.
“La designazione di Riad per Expo 2030 è sicuramente un’occasione persa non soltanto per Roma ma per l’intero Paese. Questa sconfitta segnala la necessità e l’urgenza di un regime speciale che riesca a valorizzare la Capitale d’Italia, ma anche l’assenza di un Governo che evidentemente ha disertato la partita”, ha scritto in un post su X il presidente del M5s Giuseppe Conte.
Secondo Conte, “Meloni dovrebbe spiegare le ragioni per cui il suo esecutivo ha tirato i remi in barca ancor prima di iniziare a remare. Deve chiarire per quale motivo la candidatura di Roma ha racimolato appena una manciata di voti, giungendo addirittura terza. Non basta lo strapotere economico ostentato dalla Arabia Saudita in questa partita a giustificare un fallimento così grave: temiamo purtroppo che dietro ci sia un disinvestimento politico che lascia presagire tempi amari per Roma e l’Italia tutta. I romani e gli italiani meritano trasparenza e verità”.