ROMA - Dopo le dichiarazioni del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, secondo cui “ci sarà una chiamata alla contribuzione per tutti, non solo per le banche”, il leader di Forza Italia torna a ribadire la sua contrarietà all’ipotesi di tassare gli extraprofitti. 

L’ipotesi “rischia di limitare l’accesso al credito in particolare dal punto di vista delle piccole banche”, ha affermato il vicepremier intervenendo all’Assemblea di Confindustria di Bari. 

“Perché mi sono inquietato lo scorso anno sulle vicende degli extraprofitti? A parte che non so che cosa vuole dire extraprofitti: c’è il profitto lecito e il profitto illecito. Se uno fa il traffico di droga ha un profitto illecito. Se uno vende macchine, prodotti agroalimentari ha un profitto lecito. Extraprofitto non so che cos’è”, ha detto il ministro degli Esteri, aggiungendo: “Chi decide dove è extra e dove non è extra il profitto? L’importante è che il profitto vada a beneficio della società. La situazione deve essere sempre giusta”. 

“Io non sono né amico né nemico delle banche. Le banche sono imprese come le altre che raccolgono risparmi e regolano prestiti. Le banche di territorio sono quelle che aiutano le piccole imprese, se noi le mettiamo in condizione di fallire, chi erogherà più il prestito al piccolo imprenditore per fare un ammodernamento, per essere più competitivo, per digitalizzare la sua azienda?”, è il dubbio sollevato dal vicepremier che conclude: “Non si può fare politica industriale se non c’è l’accesso al credito”.