ROMA - I negoziati in corso sulla guerra in Ucraina agitano nuovamente il campo largo e innescano una forte tensione tra i partiti di centrosinistra. A scatenare la polemica è stato il leader del M5S, Giuseppe Conte, al termine di una riflessione che certifica il “fallimento” dei governi italiani ed europei sulla crisi.
“Sull’Ucraina l’Europa è completamente disorientata, non si è capito qual è la linea”, ha dichiarato Conte a margine di una conferenza stampa alla Camera. Il leader pentastellato ha affondato la critica: “Purtroppo avevano solo una linea, questa è la realtà: la vittoria militare sulla Russia. Hanno scommesso su questo e adesso non c’è nessuna alternativa. Quindi lasciamo che a condurre il negoziato siano gli Stati Uniti”.
Conte ha poi analizzato le posizioni interne all’Italia: “Da un lato alcuni vorrebbero continuare una guerra, ma non riescono neppure a trovare risorse per finanziarla, una guerra per procura. Dall’altro c’è invece chi, come Giorgia Meloni, rimane nel mezzo silente, cercando di capire quale sarà la soluzione migliore per rivendicare di aver contribuito a quella soluzione”.
Le parole di Conte, accusato di avvicinare la sua posizione a quella di Trump, hanno generato una bufera di critiche immediate da Avs a +Europa, passando per i riformisti dem. La Segretaria del Pd, Elly Schlein, ha scelto di non intervenire direttamente, lasciando al responsabile Esteri, Peppe Provenzano, il compito di ribadire la linea del partito: “L’Italia stia con l’Europa per una pace giusta”.
Il segretario di +Europa, Riccardo Magi, ha definito le affermazioni di Conte come “inaccettabili e irresponsabili”: “Non è vero che l’Europa ha puntato sulla vittoria, non si tratta di una scommessa sull’esito di una partita di calcio, ma di sostenere la resistenza di un paese ai confini dell’Unione europea invaso militarmente dalla Russia. Non riguarda solo l’Ucraina, ma il futuro della sicurezza dell’intera Europa”. Magi ha poi commentato che la sua valutazione sia vicina “a quella di Trump”.
Il senatore riformista del Pd, Filippo Sensi, ha dato il segnale dell’offensiva sui social: “Ho letto una nota su Europa, Trump e Ucraina che pensavo fosse di Vannacci o Borghi. Sbagliavo”, con un riferimento polemico “chiarissimo” all’ex premier.
Da parte sua, l’europarlamentare dem, Giorgio Gori, ha affondato con ironia: “Ma sì, lasciamo che sia Trump a condurre il negoziato, e noi stiamone fuori! Lasciamo che sia lui, che tanto ha a cuore le sorti dell’Ucraina e il futuro dell’Europa. Facciamo anzi che siano i russi a fissare direttamente le condizioni, così evitiamo di perderci del tempo”.
Il senatore Graziano Delrio ha affrontato la questione senza perifrasi: “L’Europa non può e non deve rinunciare a giocare un ruolo per la pace in Ucraina, altrimenti rischiamo di legittimare la legge del più forte”.
Riccardo Magi ha inoltre sviluppato una critica più ampia sulla posizione dell’Europa: “Dobbiamo dire le cose come stanno: l’Europa politica non esiste e non può decidere quello su cui non ha sovranità”. Secondo Magi, l’attacco inedito dell’amministrazione Trump all’Europa “segna uno spartiacque”: gli europei dovrebbero “prendere in mano il proprio destino e fare un salto verso più Europa, con un’integrazione politica maggiore a partire dalla politica di difesa”.
In questo contesto, i nazionalisti si trovano in un “cortocircuito”: “dicono che l’Europa non funziona, è debole e non decide, ma allo stesso tempo vogliono che continui a non decidere, e così Meloni si tiene il diritto di veto in Consiglio europeo per poter continuare a dire che l’Europa non funziona, è debole e non decide”.
Conte ha replicato alle critiche, difendendo la sua analisi come una mera constatazione dei fatti, “vedo che alcune anime belle si meravigliano delle mie dichiarazioni di oggi. Mi sono limitato a fotografare con rammarico quella che è la disastrosa situazione attuale: ho sempre auspicato un protagonismo dell’Europa nel processo di pace e questo invece è clamorosamente mancato”.
Una situazione, ha concluso Conte, in cui “gli Stati Uniti hanno vita facile a giocare una partita a proprio vantaggio, approfittando di una debolezza europea che ho sempre rimarcato fosse un danno per tutti noi. Una debolezza vergognosa che l’Europa dimostra in ogni dossier: dal riarmo, all’acquisto di gas, allo scontro sui dazi, alle genuflessioni sulla zero tassazione sui giganti del web”.