Riuscire a entrare nel circuito musicale australiano non è semplice, soprattutto per chi porta con sé un bagaglio di esperienze costruito lontano.

Rossella Fanelli, di Castellana Grotte in provincia di Bari, ci è riuscita. Oggi è una delle voci della tribute band australiana Echoes of Pink Floyd, uno spettacolo che porta nei teatri di tutto il Paese l’eredità musicale della storica band britannica.

Laureata in Scienze dello Spettacolo all’Università di Bari, con un’esperienza Erasmus in Francia, Rossella si era già messa alla prova all’estero: prima cercando di lavorare sulle navi da crociera, poi accettando un contratto come cantante in Madagascar.

Da lì ha iniziato un percorso che l’ha portata anche in Thailandia, lavorando per mesi in resort di lusso e approfondendo il rapporto con il pubblico e con culture molto diverse dalla sua, che ha descritto come un’opportunità di arricchimento personale e professionale: “Vivevo queste esperienze con curiosità e apertura, condividendo la quotidianità con i lavoratori locali, imparando ad ascoltare, osservare e adattarmi”, racconta.

A queste esperienze è seguita una parentesi difficile a Londra, dove ha frequentato una scuola di musica ma si è scontrata con i ritmi frenetici e l’alto costo della vita della metropoli.

Arrivata a Sydney, alla fine del 2017, Fanelli aveva in mente di formare un trio di musica italiana e, cercando di reclutare artisti che potessero accompagnarla, ha pubblicato un annuncio nel gruppo “Italiani a Sydney”, tutto è cominciato da lì e ha iniziato a esibirsi nei fine settimana.

Sono nati così due progetti musicali: “Jazz Amore”, un duo tutto al femminile con la chitarrista Eleonora Catalano, e “Accord Into Us”, con il fisarmonicista Paolo Campanari.

Con questi progetti ha suonato in diversi ristoranti, eventi italiani, per l’Istituto Italiano di Cultura, la Camera di Commercio, l’Ambasciata Italiana, e ha partecipato a festival in diverse località australiane.

Il suo ruolo non è stato solo sul palco: si è occupata anche della promozione, del contatto con i clienti, della logistica, costruendo passo dopo passo una presenza riconoscibile all’interno della comunità italo-australiana.

L’incontro con Echoes of Pink Floyd è avvenuto per “passaggio di testimone”: “Denise Cavalletto, cantante italiana parte della band, decise di lasciare l’Australia proponendo me come sua sostituta”. E così, dopo un primo incontro a un concerto nelle Blue Mountains, la band le ha proposto un’audizione. L’aspetto umano è fondamentale: il gruppo, composto da musicisti australiani, dà molto peso all’affidabilità e alla capacità di adattarsi ai ritmi intensi del tour.

L’ingresso negli Heroes ha richiesto grande studio e preparazione: “Uno dei brani principali del repertorio, The Great Gig in the Sky, è diventato il centro del mio lavoro vocale. Un pezzo basato su una melodia complessa che deve essere eseguita fedelmente all’improvvisazione originale di Clare Torry, ci ho lavorato per quasi un anno, con l’aiuto di una vocal coach. Ho studiato ogni passaggio per affrontare l’intera gamma vocale del brano, dalle note più basse a quelle altissime, il difficile non è andare in alto, ma tornare giù con le note”, ha spiegato non senza un pizzico di emozione.

Oggi è una delle due vocalist ufficiali della band, con la quale si esibisce nei principali teatri australiani: “Dopo le tappe in Queensland, New South Wales e Victoria, il tour proseguirà in Western Australia e Tasmania, con una trasferta in Nuova Zelanda prevista per novembre - aggiunge Fanelli - con l’idea di portare lo spettacolo anche in Asia”.

“Il ritmo è serrato, i viaggi lunghi, gli orari spesso sfiancanti, entrare ed esci da motel e teatri, e continua a salire sul palco, ma amo il mio lavoro ed è questo amore che mi guida e mi dà energia”, conclude Fanelli.

Perché forse è in quel tempo sospeso tra lo show e la vita quotidiana che si sente davvero “a casa”.