TEL AVIV - Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso la convinzione che Israele sia in procinto di passare alla Fase Due del piano di pace in Medio Oriente, assicurando che “la pace è a portata di mano”. Le dichiarazioni sono state rilasciate durante una conferenza stampa congiunta a Gerusalemme con il Cancelliere tedesco Friedrich Merz, arrivato ieri per la sua prima visita ufficiale in Israele.
Merz, che in mattinata aveva visitato lo Yad Vashem, ha più volte criticato il costo pagato dai civili palestinesi nelle operazioni di Tel Aviv, nonostante i solidi legami tra Berlino e Israele.
Netanyahu ha illustrato l’avanzamento del piano israeliano, che mira a eliminare Hamas e stabilire un nuovo futuro per la Striscia di Gaza. “Abbiamo completato la prima parte, come sapete, la Fase Uno. Ci siamo quasi”, ha detto Netanyahu. Il completamento ufficiale di questa fase è legato anche alla riconsegna del corpo del defunto ostaggio Ran Gvili, le cui ricerche sarebbero ancora in corso.
Il premier israeliano ha annunciato che il passaggio alla Fase Due è “previsto a breve”, ma l’ha definita “la più difficile”. Netanyahu ha spiegato che discuterà i dettagli del piano e “come porre fine al dominio di Hamas a Gaza” con il presidente Usa Donald Trump più avanti nel corso del mese.
La Fase Tre del piano, secondo Netanyahu, consisterà nella “deradicalizzazione” di Gaza. “È qualcosa che si pensava impossibile ma è stato fatto in Germania, è stato fatto in Giappone, è stato fatto negli Stati del Golfo, può essere fatto anche a Gaza”, ha detto Netanyahu, guardando Merz, aggiungendo che “la cosa importante è che Hamas venga smembrata”.
Nonostante l’apparente unità nella conferenza, è emerso un netto disaccordo tra i due leader sulla creazione di uno Stato palestinese come soluzione al conflitto. Netanyahu ha affermato di essere in disaccordo con il Cancelliere tedesco, spiegando che “l’obiettivo di istituire uno Stato palestinese è distruggere lo Stato ebraico”.
Il premier israeliano ha argomentato: “Avevano già uno Stato a Gaza, uno Stato di fatto, ed è stato usato per cercare di distruggerci. Crediamo che ci sia una strada per promuovere una pace più ampia con gli Stati arabi, ma non creeremo alle porte di casa uno Stato che si impegnerà a distruggerci”.
A margine della conferenza, Netanyahu ha ironizzato sulle domande relative al suo futuro politico e a un possibile ritiro dalla vita pubblica: “Non lascerò la vita politica”, ha concluso.