PARIGI - In occasione del cinquantenario della scomparsa di Fausto Pirandello, l’Istituto Italiano di Cultura presenta una retrospettiva dedicata all’artista romano, figura tra le più significative del panorama pittorico italiano del Novecento.

La mostra, curata da Manuel Carrera, riunisce oltre sessanta opere tra dipinti e lavori su carta, offrendo una lettura articolata della sua produzione attraverso cinque sezioni tematiche. Il percorso espositivo si apre con una riflessione sul rapporto tra Fausto Pirandello e il padre Luigi, premio Nobel per la letteratura, documentando il momento cruciale dell’estate del 1936 ad Anticoli Corrado, dove il confronto tra i due si tradusse in una presa di distanza artistica da parte del figlio. Segue una sezione dedicata agli autoritratti, genere costantemente frequentato dall’artista come strumento di indagine interiore.

Ampio spazio è riservato al periodo parigino tra il 1928 e il 1930, quando Pirandello, trasferitosi nella capitale francese con la moglie Pompilia D’Aprile, avviò un dialogo con la pittura moderna europea, esponendo alla Galerie Vildrac e confrontandosi con il contesto culturale della Ville Lumière.

Un altro nucleo tematico indaga la rappresentazione della condizione umana, ricorrente nei nudi e nelle scene d’interno dell’artista, segnate da un linguaggio pittorico materico e realistico. Chiude la mostra una sezione incentrata sulla ricerca formale avviata a partire dagli anni Quaranta, durante la quale Pirandello si avvicinò alla scomposizione cubista e a una personale forma di astrazione, mantenendo tuttavia una forte componente espressiva.

L’esposizione sarà visitabile gratuitamente fino al 3 ottobre nelle sale espositive dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. Per aggiornamenti e ulteriori informazioni è possibile consultare il sito ufficiale dell’Istituto.