MONTEVIDEO - La comunità italiana di Montevideo si è riunita nella Casa degli Italiani per celebrare la Festa della Liberazione. L’incontro organizzato da AIUDA, Associazione Italo Uruguaiana di Assistenza ha avuto luogo la sera del 25 aprile, nonostante il clima ostile e la ridotta circolazione dei trasporti a causa di uno sciopero generale. Filomena Narducci, vicepresidente dell’Associazione, ha aperto l’incontro, ringraziando i presenti e dichiarando che “questa data non poteva passare inosservata senza che in questa casa, che è la casa di tutti gli italiani, ci riunissimo a rendere omaggio a questa giornata così importante per la storia d’Italia, nella quale si ricordano gli italiani che sono stati capaci di lottare per la libertà e la democrazia cacciando dall’Italia il nazi-fascismo”.
Narducci ha proseguito affermando la necessità di festeggiare questa data, come si fa in Italia e nelle comunità italiane nel resto del mondo, ricordando che “bisogna avere memoria.” Ha concluso il suo intervento mostrando una grande placca dell’ANPI, datata 1995 (anniversario dei 50 anni della liberazione) affissa alla parete, recante la scritta: “A perenne ricordo di tutti i caduti e martiri della lotta per la liberazione d’Italia dal giogo nazifascista, sia questo bronzo monito per le generazioni presenti e future”.
“Questa targa è stata apposta da persone che non sono più tra noi già da molto tempo, ma che in Italia hanno lottato per la libertà. Per loro e per tutti quelli che hanno lottato, è necessario continuare a riunirci e celebrare queste date che ci uniscono come italiani”, continua Narducci, che conclude il suo intervento con un “Viva l’Italia, viva la Liberazione, viva la libertà e la democrazia!”
Alla fine dell’intervento di Narducci, l’Ambasciatore Giovanni Iannuzzi ha preso parola rivogendosi ai presenti. “Nel 1922 incomincia la tragedia in Italia, il Ventennio, e finisce il 25 luglio del 1943. Ci illudevamo che finisse quel giorno, ma invece incominciò un periodo atroce, che dura quasi due anni, fino al 25 aprile. Un periodo che ha straziato l’Italia, che l’ha divisa, che ha portato italiani a combattere tra loro”, ha detto l’Ambasciatore, ricordando che “da quelle macerie, da quella distruzione, da quel confronto, si è avviato un processo che ci ha portato all’Italia contemporanea, della Repubblica e della Costituzione. Ci ha portato a rigettare quei principi tragici che avevano dominato l’Europa e il mondo tra le due guerre mondiali.”
Iannuzzi ha proseguito dicendo che “il mondo da pochi anni è straziato da una guerra che non pensavamo possibile. Un paese che ne invade un altro per sottometterlo, in Europa. Questo è un monito, per tutti. Dobbiamo pensare che la libertà, i diritti e la democrazia sono qualcosa che bisogna conquistare ogni giorno”.
L'Ambasciatore ha poi ricordato come la Liberazione sia avvenuta anche grazie alla collaborazione e l’aiuto di altri paesi. “Il nazifascismo è stato sconfitto perché un martello ha battuto contro un'incudine. Il martello erano le forze Alleate, l’incudine la Resistenza. È stato un impegno condotto insieme”, ha detto Iannuzzi, sottolineando come “ogni paese ha bisogno degli altri, ha bisogno di paesi amici e paesi fratelli. Italia e Uruguay sono fratelli, anche nella tragedia, purtroppo, visto che l’Uruguay ha vissuto anche dopo la tragedia della dittatura, e lo sapete bene perché l’avete vissuta”.
Ha poi concluso augurando che il 25 aprile sia una festa di riconciliazione “perché la liberazione è stata una festa di riconciliazione. Abbiamo avuto molti governi in Italia, di partiti di destra e di sinistra, di alleanza allargata, ma tutti figli di quei partigiani che hanno combattuto per la Liberazione. Erano cattolici, repubblicani, comunisti, ma tutti per quell’ideale di libertà, che permette oggi in Italia a qualcuno di dire di essere fascista, mentre nel Ventennio nessuno poteva dire di essere comunista”, ha concluso l’Ambasciatore, ricambiato da un applauso dei presenti.
Narducci è poi tornata a rivolgersi ai presenti per leggere un messaggio di saluto dell’Associazione Culturale Garibaldina di Montevideo: “I Garibaldini si rispecchiano nei valori di unità, democrazia e diritti umani che la Liberazione rappresenta, che sono anche i valori dell’ideale garibaldino.”
“Ricordiamo uno dei nostri fondatori, il professor Guido Zannier, nostro primo presidente e direttore della rivista Garibaldi”, continua la nota, spiegando che “il professor Zannier era di una generazione che ha vissuto direttamente il fascismo, la guerra e l’occupazione tedesca. Essendo giovane è stato partigiano e ha lottato in Friuli, contribuendo alla liberazione dell'Italia e rimanendo sempre fedele all’ideale garibaldino.”
“Quello che voleva Garibaldi era un Paese libero da qualunque potere che la voglia sottomettere, e l’Italia libera, unita attorno a valori sociali e civili universali, ha saputo creare il suo futuro come lui l’aveva sognato” conclude la nota.
Al termine dell’Intervento un duetto ha cantato ‘Bella Ciao’, la canzone tradizionale della Liberazione, accompagnati dai presenti, e l’evento si è poi concluso con un brindisi e un momento di convivialità.