Verso l’una di notte (ora locale) hanno cominciato a comparire le immagini delle fiamme e dei bagliori del fuoco della artiglieria russa.

Non è dato ancora sapere con certezza cosa sia stato colpito. La situazione rimane tutt’altro che chiara, mentre si rincorrono voci incontrollate e notizie non confermate.

Con un messaggio pubblicato sul suo profilo social, il sindaco della città di Energodar, Dmitry Orlov, ha scritto: “A seguito del continuo bombardamento nemico sugli edifici della più grande centrale nucleare d’Europa, la centrale nucleare di Zaporizhzhia è in fiamme”.

La notizia è stata rilanciata immediatamente più tardi da Dmytro Kuleba, ministro deli Esteri ucraino, che ha lanciato un allarme su Twitter: “L’esercito russo ha aperto il fuoco da tutti i lati sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande centrale nucleare d’Europa. Il fuoco è già divampato. Se dovesse esplodere, sarebbe una esplosione dieci volte più potente di Chernobyl. I russi devono immediatamente cessare i bombardamenti e permettere ai vigili del fuoco di stabilire una zona di sicurezza”.

Altre fonti tuttavia hanno precisato che quello in preda alle fiamme sarebbe uno degli edifici adibiti alla formazione del personale tecnico della centrale, costruzione a distanza di sicurezza da quella che ospita il reattore.

La centrale Zaporizhzhia, attorno alla quale si combatte da ieri, si trova nel sud dell’Ucraina nei pressi del centro di Enerhodar vicino all’estuario del fiume Dnepr. L’impianto fornisce il 25% dell’energia elettrica del Paese.