ROMA - Dopo mesi di rinvii, polemiche e un nuovo intervento della Corte costituzionale, il Parlamento si prepara a tornare a discutere di fine vita.  

Con la ripresa dei lavori dopo la pausa natalizia, le commissioni riunite Affari sociali e Giustizia del Senato sono pronte a riavviare l’esame del testo base presentato dal senatore di Fratelli d’Italia Francesco Zaffini, con l’obiettivo di dare finalmente attuazione alle indicazioni della Consulta. 

Secondo fonti di maggioranza che seguono il dossier, è in corso una fase di studio e approfondimento alla luce dell’ultima sentenza della Corte costituzionale sulla legge regionale della Toscana. Questo passaggio potrebbe portare anche a una riapertura dei termini per la presentazione degli emendamenti, ipotesi che segnerebbe una nuova fase del confronto parlamentare. 

La Corte, con la sentenza del 29 dicembre 2025, ha infatti stabilito che la legge toscana sul fine vita non è illegittima nel suo impianto complessivo, pur dichiarando incostituzionali alcune disposizioni sui requisiti di accesso, giudicate invasive delle competenze statali. Allo stesso tempo, ha ribadito che nulla impedisce allo Stato di intervenire con una disciplina nazionale, chiamata a definire in modo uniforme tempi, procedure e percorsi di cura, sottolineando di fatto l’urgenza di una legge valida su tutto il territorio. 

Il provvedimento individua le condizioni in presenza delle quali è esclusa la punibilità per chi agevola il suicidio medicalmente assistito: persone maggiorenni, pienamente consapevoli, affette da una patologia irreversibile, con sofferenze intollerabili e inserite in un percorso di cure palliative. 

Nel vuoto lasciato dal legislatore nazionale, negli ultimi anni sono state le Regioni a intervenire. La Toscana ha approvato una propria legge che disciplina tempi e procedure, seguita da iniziative analoghe in Sardegna, Trentino e nell’area di Torino, nel tentativo di garantire risposte concrete ai pazienti. Una frammentazione normativa che ha riacceso il dibattito sull’uguaglianza dei diritti e sull’accesso uniforme alle cure. 

La maggioranza difende l’impianto tecnico-giuridico del testo Zaffini, ritenendolo coerente con i pronunciamenti della Consulta, mentre le opposizioni ne contestano alcuni punti chiave, a partire dal ruolo del Servizio sanitario nazionale, temendo che l’impostazione attuale possa generare disuguaglianze territoriali e sociali. 

Dal centrodestra, intanto, l’ex governatore del Veneto Luca Zaia ha invitato a superare “l’ipocrisia”, ricordando che il fine vita riguarda persone reali che chiedono certezze.