SYDNEY - A una settimana esatta dall’attacco terroristico di Bondi Beach, migliaia di persone si sono riunite sulla spiaggia per una veglia carica di emozione, dolore e tensione politica.
L’evento, organizzato per ricordare le 15 vittime della sparatoria durante le celebrazioni dell’Hanukkah, ha messo in evidenza un netto contrasto nelle reazioni del pubblico verso i leader presenti: fischi per il primo ministro Anthony Albanese, applausi prolungati per il premier del New South Wales Chris Minns.
Albanese, seduto in prima fila e con indosso una kippah in segno di rispetto, è stato accolto da contestazioni provenienti da una parte della folla quando il presidente del NSW Jewish Board of Deputies, David Ossip, ne ha annunciato la presenza. Ossip è intervenuto per calmare i presenti, ma il dissenso è rimasto percepibile. Il primo ministro è stato oggetto di critiche negli ultimi giorni per presunte carenze nella protezione della comunità ebraica, per non aver partecipato a tutti i funerali delle vittime e per una risposta ritenuta insufficiente all’antisemitismo.
Di segno opposto l’accoglienza riservata a Chris Minns. Quando Ossip ha ricordato che il premier statale non ha mancato neppure un funerale delle vittime, la folla si è alzata in piedi per una standing ovation. Applausi simili sono stati tributati anche alla leader dell’opposizione del NSW, Kellie Sloane, lodata per essersi recata a Bondi la notte dell’attacco per prestare aiuto.
Nel suo intervento, Ossip ha sottolineato che “c’è bisogno di fare di più”, ricevendo forti consensi quando ha affermato che “non si può negare la necessità di una commissione d’inchiesta, che vada oltre il NSW, per capire come sia potuta accadere questa catastrofe”. Albanese ha annunciato una revisione sul funzionamento delle agenzie di intelligence e delle forze federali, guidata dall’ex capo dell’intelligence Dennis Richardson, ma ha escluso per ora una royal commission. Una scelta criticata dal leader dei Nazionali David Littleproud, che ha parlato di “anni di fallimenti” e di segnali ignorati.
Nel suo discorso, Minns ha detto che Bondi Beach è stata “riconquistata” dalla presenza di migliaia di persone. “Il mio cuore è pesante per le vite spezzate”, ha affermato, riconoscendo apertamente che il governo non è riuscito a proteggere i cittadini. “Dobbiamo accettare questa responsabilità e fare tutto il possibile perché non accada mai più”.
Minns ha definito il massacro un tentativo di intimidire e diffondere paura, ma ha ringraziato la comunità ebraica per aver trasformato l’ultima notte di Chanukah in un atto di unità. Pur essendo un attacco mirato, ha detto, il dolore riguarda tutta l’Australia. “L’antisemitismo non può essere combattuto solo dagli ebrei - ha concluso -. È una responsabilità di tutti”.