CANBERRA L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), presieduta dall’ex ministro delle Finanze del governo federale, Mathias Cormann, ha sollecitato il governo Morrison, ad attuare un’urgente riforma fiscale, per far fronte alla sfida dell’invecchiamento della popolazione, sottolineando che sta facendo eccessivo affidamento sul gettito delle imposte sul reddito.

L’Organizzazione con sede a Parigi, in un rapporto rilasciato ieri, ha esortato Canberra a presentare una nuova strategia fiscale a medio termine, per rispondere e soddisfare le esigenze di una popolazione che invecchia, precisando che con quella attuale il debito pubblico australiano continuerà ad aumentare fino al 2060. 

L’analisi economica dell’OCSE, la prima in tre anni sull’Australia, prevede un’espansione economica del Paese, del 4% quest’anno, e del 3,3% nel 2022, mettendo però in guardia “dai rischi e incertezze che permangono”.

“Una contrazione economica è inevitabile nel terzo trimestre dell’anno in corso – recita il rapporto –, provocata dai prolungati lockdown, ma la situazione migliorerà con una più efficace e capillare campagna nazionale di vaccinazione. La ripresa sarà più graduale di quella che l’ha preceduta dopo il lockdown nazionale dello scorso anno, dato il più elevato livello di contagi comunitari, e le diverse circostanze della trasmissione del virus”.

Il rapporto sottolinea inoltre che un’articolazione più rapida del programma di vaccinazione nazionale, agevolerebbe l’allentamento delle restrizioni Covid, trainando la crescita economica, con le famiglie che riprenderebbero a spendere a pieno ritmo, grazie ai risparmi accumulati in lockdown. 

L’OCSE, inoltre, mette in guardia l’Australia, “dalla crescente tensione diplomatica con la Cina, che indebolirà inesorabilmente l’attività commerciale e l’interscambio”.

Il ministro del Tesoro, Josh Frydenberg, ha fatto notare che con il 43% degli australiani al di sopra dei 16 anni d’età completamente vaccinati “si sta accelerando e progredendo, verso il target nazionale del 70, 80% della popolazione immunizzata”.

“Il rapporto OCSE segnala che una volta raggiunto quell’obiettivo, la riapertura delle frontiere internazionali farà da asse trainante per il rilancio economico australiano, grazie al ritorno degli studenti internazionali, alla riapertura del turismo bilaterale, e alla crescita demografica per la ripresa dell’immigrazione”.

L’OCSE, presieduta dall’ex senatore Cormann, il ministro delle Finanze con la più lunga anzianità di servizio in Australia, ha raccomandato che il governo incrementi l’aliquota GST, o ampli la base imponibile, “per ammortizzare effetti regressivi, dovuti al programma di riduzioni delle imposte, per i lavoratori a salario medio”.

Il rapporto osserva che, rispetto ad altri Paesi membri dell’OCSE, l’aliquota della tassa sui beni di consumi e i servizi, imposta in Australia, “è relativamente bassa”, e contribuisce “relativamente poco”, alla crescita del prodotto interno lordo.

Commentando le raccomandazioni contenute nel rapporto, Frydenberg ha sottolineato che “i programmi di riforma fiscale attuati continuano a rispondere alle condizioni di sviluppo economico”, con più di 6,6 miliardi di dollari in pagamenti di emergenza Covid-19, a sostegno di due milioni di lavoratori australiani e per incrementare la produttività”.

“L’OCSE ha riconosciuto nel rapporto l’efficacia delle misure macroeconomiche, che hanno salvaguardato 700.000 mila posti di lavoro, grazie all’immediata attuazione del programma di sostegno salariale, JobKeeper”, ha detto il ministro del Tesoro.

Il portavoce dell’opposizione al Tesoro, Jim Chalmer, ha detto che il rapporto sottolinea che “l’indebolimento economico in Australia, precede la pandemia, e che la ripresa è frenata dall’inadeguatezza del programma vaccinale del governo”.