ROMA – L’attacco subito dalla Global Sumud Flotilla diretta a Gaza ha alimentato un duro scontro politico in Italia, tra la maggioranza che invita alla prudenza ai partecipanti dell’iniziativa e le opposizioni che chiedono una presa di posizione chiara del governo su quanto sta accadendo a Gaza. 

“La situazione è gratuita, pericolosa e irresponsabile. Non c’è bisogno di rischiare la propria incolumità per consegnare aiuti che il governo italiano avrebbe potuto far arrivare in poche ore”, ha detto la premier Giorgia Meloni da New York. “Richiamo tutti alla responsabilità, in particolare i parlamentari italiani”. 

Meloni ha aggiunto che il ministro degli Esteri Antonio Tajani sta lavorando a una mediazione alternativa: consegnare gli aiuti a Cipro o al patriarcato latino di Gerusalemme, che si assumerebbe la responsabilità della distribuzione nella Striscia.  

La premier ha definito “irresponsabile” qualsiasi iniziativa che utilizzi la sofferenza di Gaza per attaccare il governo: “Io non sono stupida: quello che accade in Italia non ha come obiettivo alleviare la sofferenza della popolazione di Gaza, ma colpire l’esecutivo”. 

Dalla minoranza arrivano repliche immediate, con la segretaria del Pd Elly Schlein che ha risposto agli attacchi della premier: “A Meloni che dice che è irresponsabile usare Gaza per attaccare il governo, dico che invece è irresponsabile aver trascinato l’Italia sulle posizioni di Netanyahu”.  

Anche il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha definito la premier “una patriota al contrario”, mentre Nicola Fratoianni (Avs) ha attaccato direttamente: “Ma ti sei accorta che a Gaza e in Palestina è in corso non una guerra, ma un genocidio, una pulizia etnica e una deportazione?”. 

Sul piano della politica estera, la maggioranza insiste su un riconoscimento condizionato dello Stato palestinese, subordinato alla liberazione degli ostaggi israeliani, all’esclusione di Hamas da Gaza e alla reciprocità del riconoscimento tra Israele e Palestina.  

Le opposizioni, invece, lavorano a una risoluzione comune Pd-M5s-Avs, che punta al riconoscimento dello Stato palestinese, al cessate il fuoco, alla liberazione degli ostaggi, allo sblocco degli aiuti umanitari e a possibili sanzioni verso il governo israeliano, senza citare direttamente Hamas.