LECCE - Sapete che esiste una disciplina che studia come gli esseri umani classificano la natura in modo spontaneo, indipendentemente dalla scienza? Questo campo di ricerca si chiama Folkbiology, o biologia popolare, e analizza il modo in cui le comunità umane categorizzano il mondo vivente senza il supporto della terminologia scientifica. 

Sebbene questa disciplina sia ancora poco conosciuta in Italia, Igor Agostini, coordinatore del Dottorato in Filosofia: Forme e Storia dei Saperi Filosofici dell’Università del Salento, consorziato con l’Université Sorbonne di Parigi e l’Universität zu Köln (Colonia), è tra i promotori di un workshop internazionale che avrà luogo il 24 febbraio 2025 a Lecce, alla “Sala Chirico” del Monastero degli Olivetani.  
 
L’evento, intitolato Folkbiology: pensiero popolare ed enti biologici, riunirà studiosi di filosofia, antropologia e biologia per esplorare i meccanismi cognitivi attraverso cui l’uomo ordina e interpreta la realtà biologica. Ma, più nello specifico, cosa s’intende per ‘biologia popolare’?  

Come spiega Agostini, la Folkbiology è il ramo dell’antropologia che studia la relazione tra l’uomo e il mondo vivente, analizzando come animali e piante vengano spontaneamente categorizzati nel pensiero comune. “In parole semplici - afferma il docente - questa disciplina indaga il modo in cui le persone classifichino e nominino gli organismi, confrontando questi schemi con la tassonomia scientifica”. 

Un caso esemplare riguarda l’ittiologia popolare, ovvero la classificazione dei pesci da parte di pescatori e comunità locali. Per esempio, nel Mediterraneo esistono sette specie di cernie con nomi scientifici precisi, come la Epinephelus marginatus (cernia bruna). Tuttavia, i pescatori utilizzano una tassonomia alternativa, attribuendo denominazioni basate su criteri pratici e visivi, che talvolta anticipano intuizioni scientifiche. 

Attualmente, la Folkbiology non ha un centro di ricerca autonomo all’Università del Salento o in altre istituzioni accademiche italiane. La ricerca su questo argomento si sviluppa all’interno del Dottorato in Filosofia: Forme e Storia dei Saperi Filosofici, che è consorziato con l’Università della Sorbona di Parigi e l’Università di Colonia. 

“Al momento, la disciplina è studiata attraverso due progetti di dottorato che si concentrano rispettivamente: sulla classificazione dei pesci nella cultura popolare, e sulla classificazione delle piante spontanee e edibili. Queste ricerche sono seguite da un piccolo gruppo di studiosi, guidato me stesso, e coinvolgono anche alcuni docenti dei dipartimenti di biologia e studi umanistici”, spiega lo studioso. 

Il workshop, dunque, si inserisce in questo contesto e ha l’obiettivo di stimolare il dibattito accademico, creando un’occasione di confronto tra studiosi di diverse discipline.  

Secondo Agostini, la forza di questo incontro risiede nell’approccio multidisciplinare che mette in dialogo filosofia, antropologia e scienze biologiche. Inoltre, un aspetto chiave della Folkbiology riguarda il ruolo della lingua nelle classificazioni popolari: molte denominazioni di piante e animali non derivano dall’italiano standard, ma dai dialetti locali, rendendo lo studio linguistico un tassello essenziale per comprendere la costruzione del sapere biologico spontaneo.

Igor Agostini, esperto di Folkbiology. 

Uno degli interventi più attesi del workshop sarà la Lectio magistralis del dottor Song He, della King Abdullah University (Arabia Saudita), che presenterà una scoperta inedita nel panorama italiano: una nuova specie di cernia originata per ibridazione. 

Gli scienziati hanno individuato due esemplari con caratteristiche morfologiche miste tra Epinephelus marginatus (cernia bruna) e Epinephelus costae (cernia rossa). Attraverso analisi del DNA, è stato confermato che questi esemplari sono il frutto di un incrocio naturale tra le due specie, dimostrando che l’ibridazione in mare aperto è un fenomeno più diffuso di quanto si pensasse. 

Ciò che rende questa scoperta particolarmente interessante per la Folkbiology è il fatto che i pescatori locali avevano già notato esemplari “anomali” e li avevano distinti con nomi specifici, senza il supporto della genetica.  

“Da secoli, i pescatori locali hanno osservato e identificato pesci con caratteristiche insolite, classificandoli con nomi particolari e spesso definendoli incroci o ibridi - spiega Agostini. - In altre parole, prima ancora che la scienza dimostrasse geneticamente l’ibridazione, il sapere tradizionale aveva già individuato questi esemplari come anomali rispetto alle categorie conosciute. La Folkbiology studia proprio questo fenomeno: il modo in cui le comunità locali sviluppano sistemi di classificazione basati sull’osservazione diretta e sull’esperienza pratica, talvolta anticipando scoperte scientifiche”. 

Come sottolinea Agostini, la Folkbiology è ancora una disciplina emergente e deve affrontare un percorso di consolidamento accademico. Tuttavia, eventi come questo workshop rappresentano un passo avanti significativo. “L’antropologia stessa ha impiegato decenni per essere riconosciuta, e la Folkbiology dovrà attraversare un percorso simile, guadagnando credibilità attraverso pubblicazioni e ricerche”, osserva il professore. 

L’obiettivo futuro è la creazione di un centro di ricerca dedicato, che possa raccogliere e sistematizzare le conoscenze popolari sul mondo naturale, contribuendo al dialogo tra saperi tradizionali e scienza moderna. 

Il workshop avrà inizio alle ore 9 e sarà coordinato dallo stesso Agostini. Interverranno Giovanni Ferri (Lumsa – Libera Università Maria Santissima Assunta), Anyla Sara ̧ci (Fan Noli University, Albania), Eugenio Imbriani, Rita Accogli, Mario Santino e Francesco Casciaro (questi ultimi tutti dell’Università del Salento). Sarà possibile assistere all’evento anche da remoto, collegandosi a questo link.