PERUGIA – Archiviata l'indagine per abuso d'ufficio sui fondi del Piano di sviluppo rurale che ha coinvolto la presidente della Regione Donatella Tesei e l'assessora regionale al Bilancio Paola Urbani Agabiti. 

La vicenda riguarda alcuni finanziamenti ricevuti da parte della Regione a una azienda agricola nella quale lavorerebbe il figlio della governatrice e di proprietà del marito dell'assessora.  

Il procuratore Cantone ha inviato la richiesta di archiviazione alla luce dell'abolizione del reato di abuso d'ufficio, accolta dal gip.  

Secondo l'avvocato Nicola Di Mario, legale della donna, “laddove non fosse stata disposta l'abrogazione dell'abuso d'ufficio, la originaria e provvisoria contestazione di reato elevata a carico della dottoressa Paola Agabiti sarebbe risultata del tutto infondata sul piano giuridico”. 

Nel fascicolo non sarebbe mai stato formalizzato un vero e proprio capo d'accusa, ma la vicenda ha assunto subito un carattere politico soprattutto in vista delle elezioni regionali del prossimo 17 e 18 novembre.  

“La presidente Tesei faccia chiarezza”, ha dichiarato Thomas De Luca, coordinatore regionale Movimento 5 Stelle, a cui ha fatto coro il segretario del Pd dell'Umbria, Tommaso Bori, sostenendo che “la notizia svela con tutta evidenza un sistema consolidato che si è servito delle istituzioni per finanziare aziende di famiglia”.  

Anche Stefania Proietti, candidata alla Regione Umbria per il centrosinistra, ha affermato, intervistata durante la trasmissione Metropolis, che la vicenda “lascia molto l'amaro in bocca”, e che comunque sia “è una situazione per cui la buona politica avrebbe evitato di trovarsi, proprio per ragioni di opportunità politica e di conflitto di interessi, che sicuramente fa molto pensare”.